LA NOSTRA INCHIESTA. L’istituto delle Croci e la Angala Spa: ecco lo scandalo della pubblicità

Istituto delle Croci, lo scandaloContinua la nostra inchiesta. Sono 4 i protagonisti di questa storia. Uno di questi è la vittima: l'Istituto delle Croci.
Gli altri tre sono la Angala Spa Holding & Real Estate (gruppo Alagna, ex società palermitana Alberghiera srl, ndr), la sovrintendenza ai Beni Culturali e la VAT Srl società di comunicazione. I ruoli sono ben chiari.

La Angala è la proprietaria dell'Istituto delle Croci dal 2006 e avrebbe dovuto ristrutturare la facciata che dà sua via Liberta e su Piazza Croci, ormai a tutti nota perché coperta da anni da un telo e diventata elegante spazio affissioni da affittare.
Ed è qui che entra in campo l'altro protagonista, la VAT Business Enterprise, società che opera nel campo della comunicazione, delle relazioni pubbliche e dell'organizzazione di eventi e nella pubblicità oltre che nel noleggio di yacht.

L'amministratore unico è Giuseppe Giunta, marito di uno dei componenti del consiglio di amministrazione della Angala Spa. La VAT, dal 2008 (ma si sta accertando anche per il 2007), utilizza questo spazio per le campagne pubblicitarie dei suoi partner (Ray-Ban a H3g, dalla Audi alla Walt Disney oltre agli spot elettorali, ndr), una delle ultime quella del nuovo quotidiano on line Si24, di cui, a seguito di una e-mail che abbiamo ricevuto, appare chiaro che ne faccia parte in qualche modo, non è dato sapere se come socio. 

Tra i partener della VAT, c'è anche il Ciapi,  l'ente di formazione da mesi sulle pagine della cronaca per le indagini sui finanziamenti illeciti ai partiti, le mega campagne pubblicitarie, inchiesta che coinvolge anche Grandi Eventi.

Chi continua a permettere che tutto questo avvenga è la Sovrintendenza ai Beni Culturali, nel corso della nostra inchiesta più volte interpellata per avere spiegazioni sul perché continuasse a dare questa proroga, posto che i lavori non sono mai iniziati anche a seguito di solleciti e precise indicazioni sui tempi entro cui eseguire i lavori, pena la disinstallazione dei pannelli per la pubblicità.

Da un paio di mesi avevamo notato l'assenza dei cartelloni pubblicitari, ma l'illusione è durata poco. Giusto il tempo di convincersi che qualcosa si fosse mosso, che i controlli annunciati avessero portato ad un qualche buon frutto, che "l'ultima possibilità" data dai beni Culturali, fosse realmente l'ultima e invece, ecco il nuovo 20x12 sulla facciata dell'istituto delle Croci.

Cosa accade da anni -  L'immobiliare Angala spa avrebbe dovuto iniziare i lavori propedeutici a quelli del restauro definitivo e durante questa fase era autorizzata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, ad istallare dei teli su quali allestire dei cartelloni pubblicitari. Questa autorizzazione, nonostante i lavori non siano mai iniziati, è stata rilasciata di anno in anno, fino allo scorso giugno, in cui venivano dati sei mesi di tempo entro i quali la Sovrintendenza avrebbe poi dismesso i pannelli pubblicitari. L'ultima volta ci è persino stato risposto che la causa ostativa all'inizio dei lavori fosse il maltempo. Si avete capito bene, la pioggia aveva reso impossibili i lavori. A Palermo.
Un modus operandi che va avanti da anni, e quel bene continua ad essere utilizzato per fare affissioni pubblicitarie con guadagni milionari.

Ebbene, gli ultimi sei mesi di proroga sono passati, e ne sono passati altri sei, con il risultato, scandaloso ma che non ci coglie di sorpresa, che i lavori non sono iniziati, e che adesso un bel pannello della Aperol Spritz è in mostra su via Libertà.

La nostra inchiesta è iniziata più di un anno fa e abbiamo anche dato il beneficio del dubbio a chi ci aveva detto che le cose sarebbero state risolte; quel beneficio del dubbio che porta i mesi a susseguirsi e le cose a rimanere tali e quali.
Una situazione che Palermo Report ha sollevato con molta attenzione e di cui sia l'amministrazione che la Polizia amministrativa è a conoscenza e dunque non rimane che chiederci perché nessuno intervenga.

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