Cari politici e amministratori siciliani, mentre voi parlate, discutete animatamente facendoci credere che tanto fervore è per il ben della nostra regione. Mentre le manovre e manovrine finanziarie si susseguono, si bloccano, si ritoccano, paralizzando di fatto una regione. Mentre il tema centrale del dibattito politico sembra essere se il tetto massimo di stipendio dei dirigenti regionali dovrà essere 116 mila euro all'anno o 210 mila, rispettivamente 9. 600 euro o 17.500, al mese, così come, mentre noi tutti trepidanti aspettiamo che rintocchino i minuti e le ore degli ultimatum al governo Crocetta da parte di maggioranze parlamentari che cambiano come la rosa dei venti in giorni di burrasca, nel susseguirsi di assessori e cambi di casacca all'interno del nostro Parlamento Regionale, privo ormai di maggioranze o opposizioni in nessun senso capaci di essere efficaci, permetteteci, in questo "accaldarsi" di tanta produttività politica, di preparavi una bella doccia fredda di SANA VERITA'.
Sì, qualcosa che sappia di vero, di concreto, di certo, di incontrovertibile, non raggirabile né bai-passabile, profondamente ancorato alla realtà, agli occhi di chi si guarda allo specchio e tira avanti. Per una volta parliamo di vita vera "cari politici e amministratori".
Chi tiene in piedi il nostro paese, e non da meno la nostra regione, non siete né voi né i potentati imprenditoriali che vi garantiscono e di cui vi fate scudo. No, non siete né voi né loro. Sono le piccole aziende, gli artigiani, le nostre "putie", coloro che uno per uno danno lavoro a una o due persone o semplicemente al proprio nucleo familiare. Sono loro l'ossatura economica della nostra regione. Gente qualsiasi, umile, ma onesta e appassionata di ciò che fa. E sono loro che stanno morendo, chiudendo, estinguendosi e senza questa micro ma infinita rete di produttività non si va da nessuna parte, l'economia del quotidiano crolla e con essa l'intera società. Ma torniamo alla verità, alla vita concreta. Cari politici e amministratori, noi, al posto vostro siamo andati a fare i conti in tasca proprio a una piccola impresa alimentare, piccoli imprenditori onesti che pagano tutto ciò che c'è da pagare. E che danno da lavorare a tre persone. E guardate cosa viene fuori..
Ecco cosa succede nella vita vera:
Entrate
Incasso medio giornaliero € 500,00
Incasso medio annuo € 120.000,00
Uscite
Iva su vendite anno € 26.400,00
Acquisto merci anno € 55.000,00
Affitto locali anno € 9.600,00
Previdenza sociale anno media € 4.500,00
Commercialista anno € 1.200,00 ( per come è complicato il fisco è impossibile non avere uno)
Bolletta elettrica, Gas, Utenza Telefonica anno € 2.600,00
Tasse sull'Immondizia anno € 900,00
Addizionali regionali e comunali e oneri concessione insegne ecc € 1.800,00
Perdite per deperibilità merce invenduta anno € 1.500,00
Ora tiriamo le somme
Entrate anno € 120.000,00
Uscite fisse € 103.500,00
Guadagno Lordo 16.500,00
Imposte sul reddito € 5.400,00
GUADAGNO NETTO ANNUO € 11.100,00
Pari a € 990,00 euro al mese compreso di 13° 1e 14°
Oggi in Sicilia, meglio fare l'ex PiP, sussidiato dalla regionecontinuamente tutelato con manovre politiche scandalose, piuttosto che avere il coraggio di fare l'imprenditore o l'artigiano che sia....Oggi chi fa davvero la fame sono le P.IVA, coloro che non sono certo tutelati se si ammalano o hanno un infortunio, o se si "imboscano" invece di lavorare.
Cari politici e amministratori, questo è il paese reale, è su questo che bisogna intervenire, i vostri gorgoglii di inettitudine stanno facendo affogare una regione... ogni tanto fatevi un tuffo nella realtà.