Contributi alle Istituzioni culturali siciliane: assegnazioni ''in deroga'' alle regole. Naufragano le buone intenzioni sugli scogli dell'opportunità

Ignazio ButtittaAppare incredibile e inesplicabile come il COPPEM, valutato negativamente ed escluso dalla Commissione dell'Assessorato Beni Culturali da ogni forma di sostegno economico, abbia potuto aver assegnato dall'ARS, attraverso apposito emendamento, in spregio di ogni proclama governativo e di ogni valutazione, un contributo di 1.000.000. Altri emendamenti  hanno, significativamente integrato i contributi assegnati dagli assessorati competenti al CERISDI, al BRAS GROUP e ad altre realtà.

Ma andiamo per ordine. Tenendo fede alla sua ferma e più volte dichiarata intenzione di metter fine allo scandalo della "ex Tabella H", strumento di elargizioni a istituti, musei, associazioni e fondazioni, taluni dai profili e dalle funzioni non ben definiti, il Presidente della Regione Siciliana, confortato dall'impugnativa del Commissario dello Stato, ha introdotto nel 2013 chiari criteri di assegnazione dei contributi: bando pubblico, valutazione di curricula e programmi di attività da parte di apposite Commissioni istituite presso gli assesorati competenti.

A ciascun Assessorato, la Giunta di Governo, ha successivamente assegnato una somma da distribuire proporzionalmente in relazione al punteggio ottenuto sulla base di precisi parametri.

Come è noto all'Assessorato regionale dei Beni Culturali, a fronte di una prima previsione di circa 3.500.000 euro, ne sono stati, infine, assegnati 1.600.000: somma assolutamente insufficiente a far fronte alle necessità anche solo di quelle istituzioni che avevano ricevuto una valutazione positiva da parte della Commissione d'esame. Tale evidenza ha sospinto, sia pur tardivamente, il Presidente a ipotizzare un'integrazione (complessivamente 4.000.000 da suddividere comunque tra tutti gli assessorati) attraverso un apposito emendamento alla Finanziaria.

E' opportuno  precisare che le assegnazioni relative al Bando erano rivolte a contribuire alle spese sostenute per il funzionamento e per le attività svolte nel corso del 2013 e non a quelle a venire, e che la più larga parte delle istituzioni meritevoli, fiduciose nel positivo accoglimento della richiesta, hanno regolarmente svolto il loro programma di attività e garantito i servizi previsti anticipando (nella più parte dei casi attraverso prestiti bancari) le spese necessarie.

L'auspicato emendamento, presentato all'Aula in chiusura dei lavori della Finanziaria, è stato però immediatamente ritirato al primo rumoreggiare "delle opposizioni".

Eppure, nonostantetutto questo,  il COPPEM,  valutato negativamente ed escluso dalla Commissione dell'Assessorato Beni Culturali da ogni forma di sostegno economico, ha avuto assegnato dall'ARS,  un contributo di 1.000.000. E non è stato questo l'unico, caso di "violazione" dei limpidi percorsi prefigurati dal Presidente e concretizzati dal lavoro delle Commissioni assessoriali, sebbene si sia questo manifestato come il più iniquo. I contributi assegnati dagli asessorati competenti a CERISDI, BRAS GROUP e ad altre realtà, sono satisignificativamente integrati con emendamenti mirati.

Mi chiedo come sia possibile che il Governo e la maggioranza che lo sostiene abbiano potuto consentire queste assegnazioni "in deroga" ai principi stabiliti. Se lo chiedono in tanti e, certamente, alcuni sanno offrirsi delle risposte.

Ma non voglio farne una questione di merito poiché non spetta a me giudicare il valore dei fortunati assegnatari, piuttosto una questione di metodo poiché ritengo gravissimo che stabilite determinate regole si possano consentire delle eccezioni in relazione a opportunità e a necessità "politiche".
Così agendo il Governo e la maggioranza che lo sostiene non solo hanno dato mostra di non prestare alcuna attenzione alla "cultura" (materia che, comprensibilmente, può apparire a taluni del tutto irrilevante) ma hanno dato mostra (fatto credo avvertito da tutti come inammissibile) di non saper tener fede agli impegni assunti e a quei principi di equità e di trasparenza che, sostanziando i loro programmi, avevano generato aspettative di riscatto e di rinascita presso una moltitudine di siciliani.

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Igrazio Buttitta in "breve": E' Professore straordinario presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Palermo dove insegna "Storia delle Tradizioni popolari" e "Etnologia Euromediterranea". È Presidente della Fondazione Ignazio Buttitta, Componente del Comitato scientifico del Museo Internazionale della Marionette "A. Pasqualino", componente delle redazioni delle riviste: "Archivio Antropologico Mediterraneo" (Palermo) e "Memoria Ethnologica" (Baia Mare – Romania), responsabile scientifico del progetto "La riconoscibilità del Paesaggio festivo siciliano" realizzato in convenzione tra il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro e per le Scienze Naturali ed applicate ai Beni Culturali della Regione Siciliana, il Dipartimento dei Beni Culturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo e l'Associazione Folkstudio di Palermo, nell'ambito del progetto "Carta del Rischio del patrimonio culturale ed ambientale della Regione Siciliana", componente della Commissione Registro delle Eredità Immateriali dell'Assesorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, Componente del Nucleo di Valutazione dell'Assesorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, Presidente del Folkstudio di Palermo, Segretario Generale dell'Associazione per la Conservazione delle Tradizioni popolari di Palermo, Direttore dell'Archivio Etnomusicale del Mediterraneo del CIDIM – Roma, Componente del Consiglio direttivo dell'Associazione Italiana per le Scienze etnoantropologiche (AISEA), Componente del Collegio dei Docenti del Dottorato di ricerca in Antropologia, Storia Medievale, Filologia e Letterature del Mediterraneo occidentale in relazione alla Sardegna e del Consiglio di corso di laurea in Teoria e tecniche dell'informazione (Università degli Studi di Sassari).

Si occupa dello studio delle religiosità popolare nel Meridione d'Italia con particolare attenzione all'analisi del simbolismo cerimoniale e dei suoi processi di trasformazione nonché di cultura materiale e museografia. Ha effettuato numerose ricerche sul campo in Sicilia, Sardegna, Calabria, Corsica, producendo un'ampia documentazione, anche audiovisuale e fotografica.

 

Ha collaborato, nel 1993, al progetto promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche "Nuove tecnologie informatiche applicate ai beni culturali, artistici e naturalistici della Sicilia. Progetto Mezzogiorno-Infobase Sicilia" (coordinatore prof. Vincenzo Guarrasi), conducendo indagini sui musei e le collezioni di interesse etnoantropologico della Sicilia orientale e producendo la schedatura informatizzata di numerosi oggetti.

 

Tra le sue monografie: Le fiamme dei santi. Usi rituali del fuoco in Sicilia, Roma, Meltemi, 1999; La memoria lunga. Simboli e riti della religiosità tradizionale, Roma, Meltemi, 2002; Il fuoco. Simbolismo e pratiche rituali; Palermo, Sellerio, 2002; I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa, Roma, Meltemi, 2006; Feste dell'alloro in Sicilia, FIB, Palermo 2006; Verità e menzogna dei simboli, Roma, Meltemi, 2008.