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Ridotta la scorta al magistrato Vella: un anno fa gli era stata assegnata la doppia tutela

E' uno dei pubblici ministeri più impegnati in provincia di Agrigento, in servizio alla procura di Sciacca, aggregato momentaneamente alla procura di Marsala, delegato Dda, coordinatore di tutte le inchieste antimafia della zona del Belice e della montagna, da Bivona passando per Alessandria della Rocca, Cianciana e Cammarata. Già sottoposto a misure di protezione, meno di un anno fa, la prefettura di Agrigento aveva deciso di rafforzare la sua scorta in seguito ad un grave atto intimidatorio,l'ennesimo. Scelta che aveva avuto il plauso dei consiglieri del PDL Fabrizio di Paola e Ignazio Bivona che avevano espresso il loro apprezzamento con ampi comunicati stampa, ringraziando in particolare "la netta posizione del ministro Alfano, cui ha fatto seguito il rafforzamento delle misure di sicurezza del magistrato".

Cosa è successo invece nelle scorse ore? E' successo che la scorta di Salvatore Vella è stata ridotta, i carabinieri impegnati nel servizio di tutela del magistrato, da due tornano ad essere uno e l'auto blindata gli è stata revocata.

"Questa è una di quelle notizie che non vorremmo mai sentire - dice Ignazio Cutrò, imprenditore di Bivona nell'agrigentino, presidente dell'associazione antiracket "Libere terre" - Vella è stato più volte vittima di intimidazioni, talvolta molto gravi. Pertanto non riusciamo a capire questa decisione, adottata nei confronti di un grande magistrato che si è speso in prima linea contro la criminalità organizzata. E' inaccettabile sentire che una persona che rappresenta l'antimafia riceva questo tipo di risposte da quello stesso Stato per il quale ha raggiunto importanti risultati a danno della mafia".

Ignazio Cutrò,per chi non lo conoscesse è l'imprenditore che ha denunciato i suoi estorsori nel processo "Face off", processo in cui Vella rappresentava l'accusa e che si è concluso con pesanti pene per la cosca mafiosa della Bassa Quisquina: "Condanna a 13 anni di reclusione Luigi Panepinto, a 14 anni e 6 mesi Maurizio Panepinto, a 10 anni Marcello Panepinto, a 13 anni e 3 mesi Giovanni Favata, a 15 anni e 9 mesi Domenico Parisi e assolve per non aver commesso il fatto Vincenzo Ferranti".Da allora il testimone di giustizia Cutrò, vive sotto scorta. E spesso si è trovato spalla a spalla con altri imprenditori coraggiosi che hanno deciso di denunciare, come Valeria Grasso, l'imprenditrice palermitana, che indicando i suoi aguzzini, esponenti del clan Madonia, ha inferto un durissimo colpo alla cosca.

Cutró si rivolge poi al mondo politico, "Mi rivolgo ai parlamentari nazionali e regionali, a tutti coloro che occupano una posizione politica, affinché si mobilitino per far ripristinare la scorta al sostituto procuratore della Repubblica, che sarebbe meritevole di maggiori attenzioni da parte dello Stato, anziché di inspiegabili 'passi indietro' che offendono la lotta alla mafia".

Che si facciano avanti dunque, e facciano da traino, quei politici che avevano applaudito quando la scorta di Vella era stata rafforzata. Ci aspettiamo inoltre che si faccia avanti, e con forza, l'ex ministro Alfano, che lo scorso anno aveva preso una "netta posizione" in merito e che quindi immaginiamo adesso, sarà indignato per quanto accaduto.

E ci auguriamo che il nuovo ministro della Giustizia Paola Severino, non sia da meno.