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Quelli che tentano la fortuna... tra gioco e patologia

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Tutti parlano di crisi economica. Politici e semplici cittadini, economisti e uomini "della strada", industriali e artigiani, liberi professionisti e lavoratori dipendenti, non c'è categoria che resti indenne. Tra spread e inflazione, sempre più persone hanno difficoltà a fare quadrare i conti... Eppure c'è un settore che non conosce crisi: quello del gioco d'azzardo.

Secondo il dossier "Azzardopoli" redatto da Libera, in Italia si spendono circa 1260 euro procapite (neonati compresi) per tentare la fortuna, "il gioco ha un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale".

Una ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani del novembre 2011 curata dall'associazione "Centro Sociale Papa Giovanni XXIII" e coordinata dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'Azzardo) "in Italia ci sono 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l'11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio". 

Ne abbiamo parlato con Tommaso Dimarco, direttore dell'Unità operativa complessa "Dipendenze Patologiche" dell'Asp di Palermo.

Dottore Dimarco, lei è alla guida dell'Uoc Dipendenze patologiche dell'Asp 6. Di cosa vi occupate esattamente? Quali patologie?
L'Unità operativa complessa Dipendenze Patologiche è una struttura complessa che costituisce l'area dipartimentale preposta alla governance degli interventi in ambito assistenziale per sostanza (droghe illecite, alcol, tabacco) e senza sostanze (gioco d'azzardo patologico, dipendenza sessuale, shopping compulsivo, dipendenza da internet) garantendo il coordinamento tecnico funzionale e la programmazione degli interventi sul territorio provinciale dell'Asp di Palermo. La U.O.C. coordina i quattro Sert della città di Palermo e i sei della provincia (Cefalù, Termini Imerese, Bagheria, Corleone, Lercara Friddi, Montelepre). I Sert hanno funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone con problematiche di dipendenza e le loro famiglie. La U.O.C. Dipendenze Patologiche dispone inoltre di alcune "risorse funzionali": un Osservatorio Epidemiologico per le Dipendenze (OEPD), un Centro di documentazione (Cedoc) e un Centro per il trattamento delle Dipendenze senza sostanze (Cediss).

Da quanto tempo esiste la vostra struttura? Da quante unità è composta?
L'U.O.C. Dipendenze Patologiche fa parte - all'interno dell'Asp di Palermo – del dipartimento di Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza diretto da Giorgio Serio. I Sert sono stati istituiti negli anni Novanta per rispondere alle emergenze legate al forte consumo di eroina e ai rischi correlati, nel tempo hanno subito delle modifiche organizzative per adeguarsi alle nuove modalità di consumo e alle insorgenti forme di dipendenza (poliabuso e dipendenze senza sostanze). Anche in base alle nuove esigenze sono sorti il Centro di Documentazione sulle Dipendenze e il Centro dipendenza senza sostanze. L'Osservatorio Epidemiologico Provinciale per le Dipendenze ha l'importante compito di regolare i flussi informativi, di elaborare i dati epidemiologici e monitorare "domanda e offerta".
In atto nella U.O.C. Dipendenze Patologiche e nei Servizi che la compongono (Unità opartive Semplici e Risorse Funzionali) operano 111 dipendenti tra medici, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, educatori, infermieri, amministrativi, operatori socio assistenziali.

Ogni anno quante persone, in media, si rivolgono a voi?altIn media, vengono trattati ogni anno dai servizi per le dipendenze afferenti a questa U.O.C., circa 4.000 persone. Nell'anno 2012 è stato registrato un incremento di circa il 10% rispetto all'anno precedente. La maggior parte degli utenti è di sesso maschile (85% circa). Per quanto riguarda le fasce di età, nell'anno passato si è registrato un aumento di giovanissimi tra i 15 e i 19 anni (circa il 10% del totale), di giovani adulti tra i 20 e i 29 anni (quasi il 20% del totale).
La maggior parte degli utenti (oltre il 50%) ha una età compresa tra i 30 e i 44 anni. La metà dei pazienti appartiene a uno stato sociale economico basso (il 50% degli utenti sono disoccupati o in cerca di prima occupazione), l'altra metà appartiene al ceto medio-alto.La maggior parte delle persone arriva ai servizi per le dipendenze volontariamente (oltre il 60%) o attraverso i propri familiari (circa il 10%). Giungono ai servizi su invio dell'Autorità Giudiziaria circa il 15% del totale. Un altro 15% dei pazienti è inviato dai servizi socio-sanitari e dal Privato Sociale.

Cosa succede quando un paziente arriva da voi? Come si struttura il percorso terapico di una persona affetta da una dipendenza patologica? 
L'accesso ai servizi per le dipendenze è diretto, gratuito, senza prenotazione. E' garantita la riservatezza degli interventi secondo la vigente normativa "codice privacy" e, ove richiesto, è possibile accedere ai trattamenti in anonimato.
La prima fase è quella dell'accoglienza, in cui gli operatori, rapportandosi in modo empatico con il "paziente", raccolgono i dati anamnestici e le problematiche emergenti, ai fini di una valutazione diagnostica.
Da questa prima fase si snoda un percorso che può inglobare differenti trattamenti per una presa in carico "individualizzata": visite e terapie medico psichiatriche e farmacologiche; trattamenti psicologici e psicoterapici individuali e familiari; orientamento e sostegno in ambito sociale ed educativo; trattamenti socio-riabilitativi; monitoraggio clinico e laboratoristico; screening/counseling e cura delle patologie correlate all'uso di sostanze d'abuso, anche in collaborazione con altri servizi specialistici.
Inoltre è compito dei servizi valutare e definire l'inserimento presso gli Enti Ausiliari convenzionati (Comunità Terapeutiche) per lo svolgimento di programmi terapeutici e socio-riabilitativi semiresidenziali e residenziali. Ampio spazio viene dedicato agli interventi di informazione e prevenzione, in particolare nei confronti delle fasce giovanili di popolazione, anche in collaborazione con gli Uffici Scolastici Provinciali.

Qual è la tipologia di dipendenza più frequente?
Nel 2012 la maggior parte degli utenti è stato seguito per problematiche relative all'abuso di oppiacei (circa il 45%) ma si registra un aumento di utenti con dipendenza da cocaina (circa il 15% del totale). Seguono utenti con problematiche legate all'abuso/dipendenze di cannabinoidi e di alcol. Molto diffuso il fenomeno del poliabuso (uso contemporaneo di più sostanze). In aumento il fenomeno del gioco d'azzardo compulsivo e delle dipendenze da tecnologia digitale.

Affrontiamo due casi "tipo": la dipendenza da internet e quella dal gioco. Iniziamo dal web. Quanti casi avete affrontato nell'ultimo anno?
Nell'ultimo anno si sono presentati ai servizi circa un centinaio di persone con problemi legati all'uso/abuso di internet e di altre tecnologie digitali (cellulare, videogiochi,etc). Età media: giovani tra i 17 e i 27 anni.

Come può una passione degenerare?
La passione per la tecnologia diventa "patologia" quando si perde il controllo rispetto all'uso, sia in termini di tempo che di modalità d'uso (il virtuale sostituisce sempre di più il reale). Si passa dunque da un uso, all'abuso, ad una dipendenza vera e propria. E' difficile che la stessa persona possa riconoscere di avere un problema. Non è facile pertanto prevedere quanto tempo possa essere necessario, dalla richiesta di aiuto, per raggiungere una condizione di guarigione/remissione.

Per quanto concerne il gioco d'azzardo invece, quanti casi avete diagnosticato nell'ultimo anno?
A fronte di 126 nuovi casi nel 2012, sono stati seguiti nello stesso anno circa 300 giocatori patologici. Molti di questi giocatori, che utilizzano anche internet, potrebbero rientrare tra i casi di dipendenza da internet. Il percorso terapeutico prevede un trattamento integrato, psicoterapico- psicofarmacologico, laddove indicato, sulla base delle opportune valutazioni cliniche.

Pensa che il moltiplicarsi delle lotterie istantanee legali abbia contribuito all'aumento del fenomeno?
Certamente la grande diffusione di sale gioco e postazioni per giocare (tabaccherie, edicole, etc) nonché la possibilità di "collegarsi" 24 ore su 24 da casa (tornei on line su internet) stimolano enormemente l'impulsività di soggetti predisposti, che trovano una facile modalità di accesso al gioco, con maggiore rischio di slatentizzazione. 
Recentemente questa U.O.C. ha predisposto del materiale informativo sui rischi del gioco d'azzardo eccessivo rivolto ai frequentatori di sale gioco, così come previsto dal D.L.13/09/2012 convertito con modificazioni dalla Legge 8/11/2012 n. 189. Questo materiale, consistente in un pieghevole e tre locandine sulle differenti tipologie di giocatori (sociale, problematico e patologico), sulle "slotmachine" e su "buone regole affinché il gioco non diventi un problema", è scaricabile dal sito della Asp di Palermo.  In seguito alla pubblicazione del materiale informativo sul gioco d'azzardo eccessivo, questa U.O.C. si è adoperata alla divulgazione della campagna informativa tra i gestori di sale gioco e di esercizi pubblici di Palermo e provincia, i quali hanno risposto positivamente all'iniziativa.

 

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