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Mafia. Assolti Mori e Obinu: ''Il fatto non costituisce reato''

La sentenza arriva alla vigilia del 21esimo anniversario della strage di via D’Amelio. Dopo 7 ore di camera di consiglio, la Corte della IV sezione penale presieduta  da Mario Fontana, ha deciso:  assoluzione per  il generale dei Ros Mario Mori e  per il colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato alla mafia, per la mancata cattura di Provenzano a Mezzojuso 1995.

Assolti perchè  il fatto non costituisce reato (art. 378 e 539 ccp). Inoltre, è stata ordinata la trasmissione delle deposizioni di Michele Riccio e Massimo Ciancimino all'ufficio del Procuratore della Repubblica (art 207 cpp. - Testimoni sospettati di falsità o reticenza. Testimoni renitenti)

"Una sentenza che segna la fine di un linciaggio mediatico - ha detto Basilio Milio avvocato difensore di Mori - Il giudice ha rimandato gli atti alla procura per eventuali responsabilità di Riccio e Ciancimino. I giudici hanno dimsatrato di non farsi influenzare e di guardare le carte, che davano la prova della loro innocenza".

"Le sentenze si rispettano - ha detto Di Matteo - ma non la condividiamo e le impugneremo"

Il sostituto procuratore aveva chiesto 9 anni per Mori e 6 anni e 6 mesi per Obinu.

Un processo durato quasi 5 anni che ha ruotato attorno a quella "Inconfessabile ragione di Stato", secondo il pm di Palermo, per cui parte delle istituzioni ha "cercato e ottenuto il dialogo con l'organizzazione mafiosa nel convincimento che quel dialogo fosse utile a fermare le manifestazioni più violente della criminalità e a ristabilire l'ordine pubblico". "Un processo drammatico – ha ribadito più volte Di Matteo – in cui lo Stato processa se stesso»

Mori è imputato anche nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia, che riprenderà il prossimo ottobre; con lui altri 11 gli imputati tra mafiosi, politici ed alti esponenti delle forze dell'ordine : Totò Riina, il pentito Giovanni Brusca , Bernardo Provenzano (icapace di intendere e di seguire coscientemente il processo, la sua posizione pende ancora davanti al gup, ndr), Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, l'ex ministro della Dc Calogero Mannino (Rito abbreviato), l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino che risponde di falsa testimonianza, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, il generale dell'Arma Antonio Subranni e l'ex colonnello Giuseppe De Donno e Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, accusato anche di concorso in associazione mafiosa e calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

I reati contestati sono quelli di attentato, con violenza o minaccia, a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, tutto aggravato dall'agevolazione di Cosa nostra.

Obinu è stato condannato in altro processo, in primo grado a 7 anni e 10 mesi, insieme al generale Ganzer, condannato a 14 anni per "aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati". Processo, questo, ora in appello.

Le motivazioni della sentenza tra 90 giorni.

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