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Agenzia di Stampa Italpress
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La villa sequestrata da Falcone, lasciata all'incuria e ai balordi

La "gestiscono" in tre, eppure il bene confiscato al mafioso Piraino è stato sequestrato dalla polizia municipale. Di nuovo. Villa Savagnone, il complesso monumentale settecentesco di Via Micciulla n. 1, ad Altarello di Baida, non ha pace. Sequestrata prima alla mafia il 17 giugno 1980 (provvedimento ad opera del giudice Falcone, ndr), poi assegnata in parte all'AGESCI, l'Associazione Guide E Scouts Cattoloci Italiani,  in parte al Comune di Palermo e in parte alla Cooperativa Sociale a.r.l. Onlus AL AZIS.

E' stata sottoposta nel tempo più volte a sequestri, da parte del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico della Polizia Municipale. Il provvedimento di oggi, è stato firmato dal Giudice per le indagini preliminari, Piergiorgio Morosini su richiesta del sostituto procuratore Claudia Bevilacqua. Le indagini condotte dal Nucleo Tutela Patrimonio Artistico della Polizia Municipale, hanno accertato lo stato di rovina del complesso, con conseguente minaccia di pericolo per l'incolumità pubblica e la presenza all'interno del comprensorio di diverse cataste di cemento-amianto. All'interno dell'immobile sono stati rinvenuti e sequestrati per la provenienza incerta, numerosi colli contenenti delle bottiglie di vino. Le indagini hanno riscontrato i crolli di numerosi parti dell'edificio, lesioni strutturali alla fontana monumentale posta sul lato sinistro dell'ingresso ed alcuni corpi edilizi in muratura avvolti in coperture di cemento-amianto deteriorate. E' stato riscontrato il pericolo di crollo sulla sede stradale del muro perimetrale che confina con la strada pubblica ed all'interno dell'area vi sono cataste di ondulina in cemento-amianto, pericolose per la salute pubblica e sia l'immobile che l'intero comprensorio sono accessibili per la mancanza di idonee strutture di delimitazione e protezione dell'area. Per le costruzioni abusive presenti all'interno dell'area, saranno attivate le procedure per la demolizione ed avviata la riqualificazione dell'intero comprensorio. Una parte attigua all'area è di proprietà del Comune di Palermo e sono stati chiusi gli accessi per motivi di sicurezza.

Già altre volte Villa Savagnone è stata posta sotto sequestro per questi motivi, addirittura era diventata un vero e proprio parcheggio di moto rubate. Tempo fa, la polizia Municipale aveva trovato anche migliaia di bottiglie. Allora L'Agesci aveva spiegato di essere "affidataria" solo di una parte del bene: "è stato separato con Frazionamento Catastale – avevano detto – e il luogo in cui sono state ritrovate le merci abbandonate illegalmente, non ha nulla a che fare con la parte della villa gestita da noi". Una parte del bene, un terreno comprendente una costruzione, per un totale di 8.500 mq, confiscato alla famiglia di Portanuova, sarebbe dovuto diventare la sede del progetto ZEN per il recupero di minori a rischio, risulta invece assegnato nel 2008 alla Cooperativa Sociale a.r.l. Onlus AL AZIS . Uno dei settori di cui si occupa è finalizzato all'inserimento lavorativo di giovani del quartiere Zisa e ha creato la Al Azis Servizi di Logistica (affiliata a Rete Logistica Italia S.R.L.) che fornisce tra gli altri, servizi di Ritiro e smaltimento beni durevoli dismessi e Deposito merci c/terzi.

Una persona adesso è stata denunciata all'autorità giudiziaria, con conseguente avviso di garanzia, per omissione di interventi in edificio monumentale.

Sono molto lontani dunque i giorni in cui in questa ViIlla, venne presentata la 'Guida all'uso sociale dei beni confiscati alle mafie', curata da Manuele Braghero e Antonio Fisichella. Era il 1998. Oggi di Villa Savagnone, ecco cosa rimane.

 

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