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Ingroia apre le porte ai fuoriusciti da Sel e ribatte: ''Noi stalinisti? Accuse gratuite''

"Bersani da una parte e Grillo dall'altra si sono mostrati mestieranti della politica perchè chi guarda al bene del Paese cerca il dialogo e un'alternativa di governo. Bisogna smascherare le ipocrisie. Mentre noi cercavamo un accordo con il Pd, Bersani stringeva un accordo sottobanco con Monti che con Berlusconi, glielo ricordiamo, sono le due facce della stessa medaglia". Ne ha per tutti il leader di Rivoluzione civile, Antonio Ingroia, oggi a Palermo per una manifestazione elettorale.

"Appena siamo entrati in scena – dice Ingroia dal palco - i sondaggi del Pd, sempre più di centro, sono calati. Hanno paura di perdere". Come Beppe Grillo: "Apprezzo il M5S, ma sempre meno chi li guida. Grillo ha avuto paura del confronto e che una parte del suo elettorato transitasse da noi".

Ma le frecciate vanno dritte dritte anche a Sel. Per il procuratore aggiunto in aspettativa "Nichi Vendola sta usando la coalizione del centrosinistra come un taxi per superare lo sbarramento del 4%. Noi siamo più coraggiosi. Troppo comodo pensare di fare l'anima bella dopo, quando Bersani chiuderà l'accordo con Monti. Poi ti avvicinerai a noi e noi ti risponderemo che dovevi prensarci prima...".

E aggiunge "Noi non facciamo lotte contro nessuno, è Vendola semmai che ci accusa di stalinismo. Ma non rispondiamo alle offese gratuite e infondate. Noi semplicemente siamo un movimento nuovo, che ha solo un mese di vita, che ha le porte aperte a chi vuole venire liberamente da noi". 
Ingroia chiude così le polemiche legate al passaggio di alcuni candidati dalle liste di Sel a quelle guidate dal pm in aspettativa. "Questi fuoriusciti da Sel – spiega Ingroia - si vanno moltiplicando, so che ce ne sono altri che stanno uscendo anche dal M5S di Grillo. Spero che siano sempre di più gli italiani che vogliono entrare in questa casa".

Una "casa" che, dice Ingroia, vuole ripartire dalla Costituzione ("Non siamo il partito del giustizialismo e della magistratura e basta, l'articolo uno della Costituzione è il fondamento della nostra Repubblica e i leader politici se lo sono dimenticati") e crede nel ruolo della Sicilia. L'Isola "sicuramente è un luogo strategico non solo per il peso e l'importanza che ha ma anche per il significato simbolico. Credo che il futuro deve essere di crescita dell'economia, bisogna partire soprattutto dal Mezzogiorno ma occorrono nuovi investimenti".

 

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