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Agenzia di Stampa Italpress
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Deputati arrestati ma reintegrati al lavoro. Misura cautelare revocata? No, sostituita.

altSe un provvedimento giudiziario viene revocato vuol dire che è stato cancellato, abolito, abrogato, Insomma non esiste più. Se un provvedimento viene sostituito con un altro, cosa vuol dire? Che viene rimpiazzato, subentrato, insomma, "cambia" , ma la sostanza rimane la stessa. Partire da questo assunto è fondamentale. Vi spieghiamo perché. L'Assemblea Regionale, nella persona del presidente Santi Formica, il 20 marzo ha comunicato che l'onorevole Roberto Corona non è più sospeso dalla carica di Deputato Regionale. Da un fax inviato dallo stesso Corona in data 17 marzo 2012, risulta il venir meno della misura cautelare degli arresti domiciliari e la contestuale sostituzione della stessa con l'obbligo di dimora nel comune di residenza. Pertanto – si legge ancora - a decorrere dalla data del provvedimento giudiziario di revoca della misura cautelare, così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 dicembre 2011 (di sospensione dalla carica di deputato regionale), cessa tanto la sospensione dell'onorevole Roberto Corona quanto, contestualmente, la correlata supplenza dell'onorevole Antonio D'Aquino.

Ricordiamo intanto perché Corona è stato sospeso: nel dicembre 2011 è stato arrestato per frode ed esercizio abusivo dell' attività finanziaria. Con lui era stato arrestato anche Fabio Mancuso, deputato del Pdl, già reintegrato alla Regione dopo la revoca dei domiciliari (Per lui, giudizio immediato e l'udienza si terrà a maggio perché ha chiesto di patteggiare). Stessa storia era avvenuta qualche mese prima per Gaspare Vitrano deputato Pd, fermato mentre intascava una mazzetta da 10 mila euro da un imprenditore del fotovoltaico, sospeso dalla carica di deputato e anche lui reintegrato inseguito alla revoca dei domiciliari , misura cautelare che è stata sostituita con il divieto di soggiorno in Sicilia.

Andiamo al punto. L'articolo 15, commi 4-bis e 4-ter, della legge 19 marzo 1990, n. 55 prevede che "La sospensione di diritto consegue, altresì, quando è disposta l'applicazione di una delle misure coercitive di cui agli articoli 284, 285 e 286 del codice di procedura penale". Esattamente Arresti domiciliari, custodia cautelare in carcere e custodia cautelare in luogo di cura. Si potrebbe entrare nel merito e chiedersi perché mai tra le cause di sospensione dall'incarico di deputato non ci sia anche l'art 283 del codice di procedura penale, ovvero il divieto o l'obbligo di dimora, o l'art 282 , o il 281, che sono comunque anch'esse misure cautelari. Insomma, salta all' occhio che fin troppo spesso capita, che ai deputati venga revocata la misura degli arresti domiciliari (che come abbiamo visto è motivo di sospensione) e venga sostituita con altro provvedimento che putacaso non impedisce di svolgere l'incarico alla Regione. Ma vogliamo andare oltre. Come si legge nel fax inviato dall'onorevole Corona, la misura cautelare non è stata revocata (cosa che prevede l'immediata sospensione del decreto ministeriale e la reintegro nell'incarico), è stata sostituita con altra misura cautelare. La revoca, che permette al deputato di rientrare alla Regione, sottintende che sia libero ed è per queste. E allora pare che si stia "giocando" con le parole. Con al parola Revoca e con l'interpretazione della legge. Qualcuno dovrebbe occuparsi di questa faccenda, che continua a riportare in carica deputati regionali indagati e sotto misura cautelare. Revoca e sostituzione sono cose ben diverse.