Le soluzioni alternative per uscire dalla crisi e già sperimentate altrove (parte seconda)

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Non si fermano le violenze in Grecia in seguito al nuovo piano di austerity varato per...violenti gli scontri tra manifestanti e polizia...dobbiamo evitare il default...CLICK. Luca spegne il televisore, le notizie che arrivano dalla culla della civiltà occidentale parlano di un paese distrutto. Nel 2009 sarebbero bastati 35 miliardi di euro per sanare i conti pubblici greci, ma il no perentorio di Germania e Francia hanno portato a questa follia.
Gianni è scosso, se non cambiano presto i governi in Germania e Francia rischiamo di rivedere quelle immagini in Portogallo fra qualche mese e a fine anno da noi. Ti dovevo parlare del Nord Dakota Luca, sai la storia non è cosi semplice come sembra. 

Lo stato nel Midwest degli USA ha la fama di non essere uno stato che appartiene al sistema della Federal Reserve, la banca centrale americana, ma non è esattamente così. La Bank of North Dakota è una banca commerciale, non fa parte della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) in contrasto con la maggior parte delle banche commerciali, ma rientra nel Federal Reserve System: il Nord Dakota infatti fa parte del distretto 9 della FED di Minneapolis. Ciò che la caratterizza è in realtà la preponderanza di depositi derivanti dalla fiscalità dello stato, obbligato per legge a depositare lì le sue entrate.

Ciò significa che pur facendo parte dello stesso sistema monetario americano, la Bank of North Dakota ha una certa autonomia nella gestione delle risorse incamerate. Questo significa che pur usando il dollaro come valuta di scambio, oggi è l’unico Stato americano che non dipende dalla Federal Reserve. A garantire le sue riserve sono i cittadini, i quali, in caso di dissesti finanziari non potrebbero avvalersi dell’assicurazione federale sui depositi. Per legge, lo Stato e tutti gli enti pubblici devono versare i fondi nelle casse della Banca centrale del North Dakota, che li usa non per ottenere utili mirabolanti, né per oliare indebitamente le banche private, ma per aiutare la crescita dello Stato.  

Insomma, nessun trucco monetario o da signoraggio bancario (Luca sorride) ma un bagno di buon senso. Basta orientare gli investimenti verso l'economia reale, ecco perché il Nord Dakota non ha vissuto la crisi dei mutui subprime e se ne infischia di quello che accade in Europa.

Questo è vero Gianni, ma vedi, il tuo discorso rafforza quanto sostengo. Come vedi tu stesso, quando parlavamo di quello che sarebbe accaduto (e sta accadendo) da Febbraio fino a Giugno in Europaavevamo parlato di un processo irreversibile che si è messo in moto. Non abbiamo capacità divinatorie, ma abbiamo analizzato gli eventi, come dici tu, facendoci un bagno di buon senso. Lo ha fatto finalmente anche Eugenio Scalfari, leggendo quanto ha scritto ieri e la risposta di chi ha fatto della razionalità un credoIo invece vorrei chiudere la nostra discussione con un altro esempio. La conosci la storia dello Zimbabwe di Robert Mugabe?

Robert Mugabe è riuscito a finanziare intorno agli anni ottanta la politica finanziaria del proprio paese mantenendo il tasso di cambio del dollaro zimbabwiano a 1,54 con il dollaro americano (vi ricorda niente? E' successo anche all'euro qualche tempo fa). Il sistema regge ed ha retto fino a quando la corruzione interna e l'assenza di una regolamentazione fiscale hanno fatto implodere il paese su sé stesso.

La nostra discussione ed inchiesta sul signoraggio bancario, sugli effetti diretti sulle cause e sugli effetti dell'attuale crisi economico-finanziaria si chiude qui. Ma l'approfondimento non si ferma. Ci stiamo muovendo per organizzare una conferenza sul tema, vi terremo aggiornati, ovviamente, su Palermo Report.