Scontro nel Megafono, maggioranza sempre più fragile

 

La sinistra che non c'è. Che il Partito Democratico lotti per un bipolarismo puro è cosa nota, ma tale volontà sembrerebbe continuare a non fare i conti con un principio fondamentale; per esistere il bipolarismo è necessario che ci siano due partiti, o quantomeno due coalizioni contrapposte che unitariamente, l'una rispetto all'altra, si affrontino nelle competizioni elettorali.
Nulla di più lontano dalla realtà. Guardando a sinistra è pacifico determinare un Partito Democratico, che primarie o no non è mai riuscito a trovare la tanto auspicata unità. Correnti, dissidenti, minoranze che in realtà determinano una difficoltà oggettiva a realizzare un'azione politica unitaria. L'ultima bordata arriva dal Megafono, il movimento voluto dal Presidente della Regione Rosario Crocetta, che ha sempre dichiarato di essere iscritto e sentirsi organico al PD, ma che di fatto non ha mai sciolto il Megafono facendolo confluire proprio nel Partito Democratico. L'ultima scintilla, arriva da una riunione in cui si è chiamata a raccolta la base territoriale "dei Megafoni". I militanti e numerosi rappresentanti dei territori, accusano senza mezzi termini i vertici del movimento, in particolare il gruppo dei deputati dell'Ars, di decidere tutto senza coinvolgere la base. Di essersi arresi alla regole di una vecchia politica e di politicanti di mestiere. Di avere scarificato lotte ed ideali per salvare i privilegi di qualcuno abbandonando di fatto la missione originaria del movimento. Aggiungendo, che proprio la propria classe dirigente di aver voluto strumentalmente lasciato in un cassetto per mesi il proprio movimento, per non disturbare i precari equilibri e lotte interne del Partito Democratico.
Per avere il polozo della situazione basta scorrere le pagine facebook del governatore Crocetta, per leggere decine di commenti e post di militanti in cui si evince a chiare lettere il forte lamento di una base esclusa da qualsiasi processo decisionale.

Tra cui:
E ancora: "Si assiste a giochi vecchi, riunioni dove la base non viene coinvolta, ma soprattutto proprio quest'ultima, che rappresenta la forza del movimento, apprende le novità dai giornali e social network...".
"Nel territorio ci sono tante persone , uomini e donne, che si spendono per ridare luce alla sicilia e per attuare quella rivoluzione che Crocetta ha lanciato da palermo nel luglio 2012 in quel di " Revolution day" se ricordate. Ma ahimè purtroppo è stato incapsulato dai mestieranti della politica che gli stanno vicino e lo bloccano" aggiunge un altro.
Altri ancora lamentano "di essere cercati e coinvolti solo al momento delle elezioni, senza avere per mesi avuto alcun contatto o coinvolgimenti con i vertici della deputazione all'ARS"
Il tutto in un quadro generale sempre in evoluzione e sempre più fragile, la maggioranza di Crocetta all'ARS ormai non ha più nulla di politico e di programmatico, sopratutto dopo il passaggio dell'UdC a alla destra berlusconiana, nonostante proprio in campagna elettorale l'UdC appoggio apertamente la candidatura di Crocetta.