Renzi a Palermo. Presidente le chiediamo di porre poche semplici domande ai nostri amministratori. Ecco quali

 

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà a Palermo, oltre l'importante passaggio su Termini Imerese, per discutere del futuro dello stabilimento Fiat, con il Sindaco Salvatore Burrafato, sarà anche a Palermo per fare il punto sulla spesa dei fondi comunitari dati in dotazione alla Sicilia dall' UE tra il 2007 e il 2013.
Noi al Presidente del Consiglio chiediamo semplicemente di porre poche semplici domande ai nostri amministratori e in particolare modo al Governo Regionale.
Considerando che lo stanziamento della Comunità Europea per la Sicilia, superava i 7 miliardi di euro, quasi una manovra finanziaria di uno stato, fondi con cui la Sicilia poteva essere "rivoltata" "scotolata" un po' e rivoltata nuovamente per, tecnicamente, essere rifatta nuova... come del resto hanno fatto in 7 anni Spagna e Irlanda. In Italia solo la regione Puglia, amministrata da Nichi Vendola ha speso tutto il bacino di fondi UE.
Renzi Lei chieda:
 

Quanto dello stanziamento la Sicilia ha speso realmente? Appena sentirà la percentuale, molto negativa, non balzi sulla sedia ma chieda anche:
 

Come mai non c'è stata capacità progettuale e di spesa?
 

Dove sono finiti i soldi?
 

Perchè la regione usa i fondi UE per finanziare la propria spesa corrente fatta di stipendi e sprechi vari che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo e la modernizzazione dell'isola?
 

Come mai, dove si è speso meno è paradossalmente il turismo?

Perchè con i fondi UE si continua a foraggiare la Formazione Professionale che da uno sbocco occupazionale inferiore al 5% dei relativi corsisti?
 

Perchè nessuno si assume la responsabilità politica di non aver saputo cogliere un'opportunità così importante e irripetibile?
 

Chieda queste semplici e banali cose e si faccia un quadro preciso, ma sopratutto intervenga. Questa regione merita il commissariamento per manifesta incapacità. Dia una mano ai Siciliani presidente Renzi semplicemente facendo emergere le responsabilità che nella nostra terra, non si sa come, non sono mai di nessuno.