Parla Carmelo Miceli segretario Prov. Del PD “ Ora bisogna cambiare Palermo e la Sicilia”

 

Insieme al Segretario Provinciale del Partito Democratico di Palermo, l'Avv. Carmelo Miceli all'indomani dell'elezione del presidente della Repubblica, abbiamo voluto fare il punto della situazione "locale". Dove locale vuol dire una delle città più grandi d'Italia, la 5° per esattezza, con un provincia fatta da ben 81 Amministrazioni Comunali e oltre un milione di abitanti. Locale per modo di dire...
 

Avv. Miceli lei è segretario provinciale del PD e Renziano di prima ora, come giudica la situazione politica e amministrativa nella nostra provincia in questo momento?

La situazione è quella che, è sotto gli occhi di tutti. Palermo è un grande e importante città che sta vivendo un momento di profonda depressione economica, sociale e culturale. Oggi le speranze attese dalla gestione Orlando si sono frantumate tra un'emergenza e l'altra. Il mio partito aveva stretto un patto con i propri alleati: quello di rispettare il risultato delle primarie. Chi vinceva le primarie sarebbe stato il candidato di tutta la coalizione. Alla fine Orlando ha preferito non attenersi agli impegni presi e si è candidato contro Ferrandelli che legittimamente aveva vinto le primarie.
 

Ma Orlando ottenne un risultato straordinario?

Si assolutamente vero. Straordinario. Come credo sia altrettanto straordinario la perdita di consenso popolare che è riuscito ad ottenere in poco più di due anni di amministrazione. Ma il punto non è questo. Oggi non ci interessa più arrovellarci e discutere del e sul passato. Che la vecchia politica finisca i propri giorni e che si dia corso al futuro. Noi stiamo lavorando, non senza difficoltà, a questo. C'è bisogno di un profondo rinnovamento sia nella classe politica che nella classe dirigenziale e burocratica del nostro comprensorio. La politica deve riappropriasi del proprio ruolo. Quello di ascoltare e comprendere ma anche quello di determinare regole certe, eque e snelle che possano dare ad ogni singolo cittadino pari opportunità e pari dignità.

Ma nel suo partito la pensano tutti come lei?

Il nostro è un grande partito, e come naturale che sia non si può essere tutti d'accordo. Ma è chiaro che chi resterà sordo e cieco al cambiamento e alla voglia di rinnovamento che ci chiedono gli elettori alla fine si isolerà da solo. Noi vogliamo guardare avanti, vogliamo costruire un partito CONTEMPORANEO, che insieme ai cittadini possa costruire un presente dignitoso e capace di determinare il proprio futuro. Vogliamo ridare dignità alla politica ma sopratutto ai cittadini.

Lei insieme a Davide Faraone è un renziano di ferro si sente un rottamatore?

Nessuno vuole rottamare nessuno, credo che ogni punto di vista possa essere utile ed ogni esperienza un arricchimento, ma le ripeto chi non vuole ascoltale la voce della gente preferendo restare impantanato in vecchie logiche e schemi mentali che hanno degradato il fine e il senso di fare politica, alla fine si auto-eliminerà... da solo. Non ci sarà bisogno di rottamare nessuno, ed in ogni caso non è un dirigente di partito che può rottamare qualcuno è il popolo sovrano che alla fine democraticamente farà le proprie scelte.

Ultimamente sembrerebbe che la compagine renziana in Sicilia e non solo a Palermo stia acquisendo importanti elementi e consensi. Ma secondo lei qui da noi si potranno veramente scardinare "secolari" logiche di partito?

La storia è fatta di ere, epoche, periodi, la storia di un popolo la determina il popolo stesso, noi vogliamo proporre ai siciliani un modello politico semplicemente autentico, chiaro e funzionale ai bisogni della gente, è bene che qualcuno se ne inizi a fare una ragione. Se acquisiamo consenso qualificato, credo che questo derivi da una proposta politica concreta e determinata. È chiaro che da soli non si fa nulla, il nostro appello è a tutti i siciliani che vogliono voltare davvero pagina.

L'appuntamento di fine febbraio "la leopolda siciliana" va in questa direzione?

La manifestazione che abbiamo voluto organizzare proprio in Sicilia, non va in questa direzione... è la direzione. Dico questo perchè per noi da quei giorni in poi, in cui chiameremo a raccolta tutti coloro che vogliono una Sicilia fuori dalle sabbie mobili in cui si è impantanata e in cui possano dare il proprio contributo di idee, si aprirà una nuova strada a senso unico e senza ritorno. O si cambia o si cambia.