Leoluca Orlando e la nuova Giunta. Vi sveliamo il vero perché

 
Ci siamo chiesti, come è nostro solito, impropriamente, che significato potesse avere questo primo rimpasto della Giunta di Governo della città. A nostro dire l'identikit politico della nuova Giunta che governerà la città di Palermo è molto chiaro, come è chiara la strategia politica che vi è dietro. Sì, perché dietro ogni governo, nonostante qualcuno ogni tanto dica il contrario, c'è sempre una strategia politica. Ecco il "film" che ci siamo fatti.....

 
Primo Tempo: Orlando, dopo l'ultima esperienza con un partito nazionale come IdV, morto e sepolto e con cui la convivenza è stata quantomeno sempre conflittuale, non ha più nessuna intenzione di dialogare, aggregare, fare rete con piccoli partiticchi del 3- 4%. Orlando, che finirà la sindacatura a Palermo, a poco meno di 70 anni di età, questa volta vuole puntare alla fetta grossa. Il suo obiettivo è il Partito Democratico, nonostante le ultime porte in faccia ricevute da alcune aree dello stesso, che come si sa, è animato da molte "anime" inquiete. Ma in politica basta poco per, alla fine, mettersi d'accordo e queste elezioni europee saranno un interessante banco di prova per "pesarsi".
Il progetto Orlando VS PD, da parte di Orlando, conobbe un primo start up già quasi un anno fa, quando il sindaco nei primi giorni dell'agosto 2013, in tempi assolutamente non sospetti e anche con una certa riservatezza, si recò a Castelbuono per incontrare la Senatrice del Pd e braccio destro di Renzi, Rosa Maria Di Giorgi. Orlando in quell'occasione, nella calura madonita, dichiarò alla Senatrice, di guardare con interesse il rinnovamento che Renzi, che allora era ancora solo un collega sindaco, voleva portare all'interno del partito democratico, e su quel proggetto lui si rese disponibile. Fu un primo contatto, in cui però emerse da subito, che l'area Renziana poteva certamente essere onorata di avere dentro una personalità come quella del Sindaco di Palermo, ma che al contempo, non poteva baipassare i riferimenti locali già consolidati, ad esempio, all'epoca: Davide Faraone e Fabrizio Ferrandelli. Orlando, si sa, difficile che concepisca un riferimento politico diverso da se stesso, e questo non è detto che sia un difetto, ma la trattativa si surgelò nonostante fosse agosto... Comunque Orlando continuava a nutrire la consapevolezza che, nel proprio panorama culturale, il PD era l'unico grande partito con cui potere dialogare ed allora si aprì una fase B.

Secondo Tempo: Attenti al LUPO. Infatti se non con Renzi, che metteva troppi filtri locali, il primo cittadino iniziava il dialogo con una forte area del PD in Sicilia, non proprio Renziana Doc ma che restava in zona... quella dell'allora segretario regionale Giuseppe Lupo. Infatti, a sorpresa, il primo cittadino dichiarava che avrebbe appoggiato proprio Giuseppe Lupo alle primarie, per il rinnovo della segreteria regionale. (Orlando che dice apertamente di appoggiare una persona è già un fatto straordinario, soprattutto se quella persona non è se stesso). Era dunque ufficiale: Orlando appoggiava Lupo, anche se tutti già sapevano che avrebbe perso, perché gli altri big del partito si erano già chiusi l'accordo per fare eleggere Raciti. Ma allora c'è da chiedersi dove fosse il trucco. In effetti il trucco non c'era. Lupo comunque prese il 30% secco e dimostrò di essere una minoranza di gran peso nel PD. Possiamo dire che la prima vera bandierina Orlando la mise qui. E così al primo giro di boa si aprì la fase C:

Terzo Tempo Segreteria regionale dell'ANCI (l'Unione dei Sindaci). Orlando, che la politica la sa fare, è già da un po' che, sopratutto in Consiglio Comunale, si teneva buoni tutti: più i nemici che gli amici, ed infatti qualche amico intanto andava per conto suo. Ed ecco che grazie ad un sistema fitto di relazioni con molti sindaci della regione, e grazie anche ai voti della sinistra non PD, e perfino di qualche consigliere di Forza Italia, un paio di mesi fa viene eletto Presidente dell' Anci Sicilia, con una maggioranza di appena una manciata di voti. L'anci era una casella indispensabile perché poteva e può offrire un' importante e strategica visibilità regionale, ma sopratutto crea un canale diretto di dialogo con le istituzioni romane con cui ultimamente Orlando non ha più quell'appeal di una volta. Ed ecco che proprio in cerca di visibilità nel suo nuovo ruolo e svolgendone le giuste funzioni, Orlando, all'indomani della propria elezione, non le manda a dire, e inizia a sparare a zero su Crocetta e la Regione, dandoci già una precisa traccia di quale sarà la fine del film. Messo a segno anche questo colpo, si può aprire la fase D.

Quarto Tempo Bisogna pensare alla città, isolata politicamente, un p trascurata... con una maggioranza in Consiglio Comunale incerta, con una squadra di assessori un pò grigia, tranne alcuni casi... ma sopratutto dare un primo segnale che si è disponibili a "dare una rimescolatina alle carte". Ed infatti neanche il tempo di fare il rimpasto che il Sindaco annuncia già che a fine anno ce ne sarà un altro. Oltre a ciò la nomina della Marano apre la porta ad una sinistra sindacale della Fiom, non vicinissima a Renzi, ma al PD si. Così come la nomina di Emilio Arcuri, non è certo politica, perché tutto si può dire tranne che Arcuri porti un voto che sia uno... ma è l'uomo di cui il Sindaco si fida di più e a cui delegherà praticamente tutto ciò che è lavoro e tempo.

Si perché, in questi ultimi anni di sindacatura, Orlando avrà bisogno: di qualche fatto concreto in più come Sindaco, ma anche di tempo e visibilità politica proprio per disegnare la fine del film.

Il "The End" prevede: la chiusura dell'accordo con il PD che, dopo le europee, troverà necessariamente nuovi equilibri ed assetti, traghettare i suoi 21 consiglieri comunali nel Partito Democratico, almeno quelli che ci vorranno andare, cosa che già alcuni hanno fatto, riavvicinare l'asse locale Lupo- Faraone, fase che è già in atto visto gli ultimi avvicendamenti sulle europee, così da chiudere il cerchio facendosi garantire la candidatura alle primarie del partito democratico quale candidato per la Presidenza della Regione Siciliana. E nei titoli di coda possiamo scrivere che se in questa situazione Enzo Bianco desse una mano si potrebbe pure ipotizzare il lieto fine....

E del resto è giusto che questa città esca dall'isolamento politico e inizi a dialogare con le forze che governano il paese.

E trattandosi di un film, noi aggiungiamo:

"Fatti e persone citate in questa ricostruzione non hanno nessun riferimento con la realtà e sono da considerarsi di pura fantasia."