''Così scoppia la questione sociale. Le coppie di fatto? Trattate come alieni''

crocetta Palermo. Il presidente della Regione Siciliana  critica apertamente il giudizio espresso dal commissario dello Stato sulla Finanziaria regionale.

"E' stato tagliato lo stato sociale in Sicilia - commenta Crocetta - , grazie al disperato indebitamento che hanno fatto i governi del passato. Ora dobbiamo vedere come uscirne ma sono convinto che ce la dobbiamo fare e lo dobbiamo fare tutti insieme".

Secondo il governatore siciliano "Non è in discussione la Finanziaria che regge molto bene sulla questione dei tagli alle partecipate, dei Consorzi di bonifica che per noi da soli valgono tutta la Finanziaria. Questa impugnativa obbliga la Regione Siciliana non solo ai 350 milioni di tagli fatti per i precari, ma ne aggiunge altri 500 milioni che vengono congelati come riserve. Ritengo che questo sia stato eccessivo perchè a fronte di una Regione che l'anno scorso ha fato tagli per oltre due miliardi di euro, imporre quest'anno quasi un miliardo fa scoppiare la questione sociale. Con i tagli si impugnano le spese riservate ai forestali, ma loro da quanti decenni ci sono?". "Il risanamento - secondo Crocetta - non può avvenire in una sola Finanziaria".

Aronica ha bocciato anche la norma che estende gli aiuti economici alle coppie di fatto. Una decisione che Crocetta bolla come "ideologica e frutto di una visone statica della società italiana".

Secondo l'ex sindaco di Gela "vale poco dire che non è prevista la copertura finanziaria per i nuovi interventi laddove nel bilancio della Regione non è prevista alcuna misura a favore delle famiglie tradizionali. Estendere i benefici previsti a favore delle famiglie tradizionali, anche alle coppie fatto, è una norma quadro che non cambia la finanziaria. L'articolo 3 della Costituzione afferma che che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva uguaglianza dei soggetti. Ci colpisce in modo particolare la negazione dei diritti in materia sanitaria alle coppie di fatto poiché, tali affermazioni, sono in contrasto con il diritto inviolabile alla salute di ogni cittadino e di qualsiasi persona che si trovi persino a transitare sul territorio nazionale. Nell'impugnativa del Commissario, le coppie di fatto sono trattate come soggetti alieni, irriconoscibili, mentre sono persone in carne e ossa, con gli stessi diritti degli altri. Tutto ciò è in pieno contrasto non solo con lo spirito della Costituzione, ma anche con alcune recenti sentenze della Corte costituzionale e con le direttive europee, e fa subire alla Regione Siciliana un'ingiustificabile disparità di trattamento rispetto all'Emilia Romagna che con l'articolo 42 della legge finanziaria del 2009 attribuisce gli stessi
diritti riconosciuti alle famiglie tradizionali, alle coppie di fatto. Non rinunciamo a tale battaglia di civiltà e proporremo una nuova legge specifica".

Per Luca Bianchi, l'assessore regionale al Bilancio, "L'impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato è totalmente spiazzante e anche poco coerente al suo interno. Con un'anomala interpretazione vengono cancellate tutte le norme di nuove spese, anche se molte non sono nuove spese, a partire dai forestali".
"Contesto nel merito tecnicamente l'impugnativa che interviene sulla dimensione dei tagli - dice Bianchi - che il Commissario ritiene insufficienti sulla base di una motivazione non supportata. Questo è il secondo anno in cui ci sono tagli sostanziosi. Lo stupore è totale, quest'impugnativa è sbagliata nel merito dei contenuti. Vogliamo vedere gli atti dell'istruttoria che hanno portato all'impugnativa perchè è stata fatta un'operazione quasi punitiva rispetto a un sentiero di risanamento. L'impugnativa non risolve nessun problema, anzi rischia di pregiudicare il lavoro di risanamento fatto. E poi entra indiscriminatamente su spese socialmente rilevanti. Non c'è nessuna osservazione sul sistema di accantonamenti, quindi non si giudica l'impugnativa a pioggia come è stato fatto".

Ma l'impugnativa del prefetto ha scatenato una serie di reazioni.

Per il capogruppo del M5S Giancarlo Cancellieri si "sancisce di netto l'incapacità legislativa di questo governo. Alcune delle norme impugnate dal Commissario dello Stato erano state sollevate in aula, penso alle royalties e gli enti minerari. Inoltre alcune erano leggi di concetto che nulla avevano a che vedere con la finanziaria. Ad esempio i due articoli sulle coppie di fatto. Insomma, molte norme erano improponibili e fuori da ogni logica".

Secondo il deputato del Ncd Giuseppe Milazzo questa è "La Finanziaria dei record... degli articoli bocciati". Secondo Milazzo "non può che portare alle dimissioni di chi se l'è intestata: l'assessore al Bilancio, Luca Bianchi. O, come mi pare più azzeccato definirlo in questo caso, l'assessore allo Sbilancio".

L'Mpa sceglie l'ironia.
"Meno male - dice Roberto Di Mauro -che sono tecnici, altrimenti chissà cosa avremmo visto". "Nonostante i ripetuti avvisi di buona parte dell'opposizione sulla mancata copertura finanziaria di molte norme per circa 500 milioni - prosegue -, il Governo e la maggioranza, a volte con toni anche offensivi dell'Aula, hanno scelto di andare avanti, portandoci oggi ad una situazione di una gravità mai vissuta prima nella Regione Siciliana. La verità è che questa armata Brancaleone fatta da quattro amici di Crocetta che casualmente si ritrovano a fare gli assessori ha mostrato di non avere né la stoffa dei tecnici né la stoffa della politica e oggi la Sicilia si trova come mai prossima al baratro. Basta pensare che certamente a fine mese saranno migliaia i lavoratori che non potranno prendere lo stipendio, per esempio all'Esa e all'Eas".

"Ancora una volta - commenta Nello Musumeci - avevamo ragione noi dell'opposizione. Il commissario dello Stato ha bocciato anche quest'anno la famigerata 'Tabella H', ripresentata dal governo Crocetta sotto mentite spoglie nell'articolo 17 della Finanziaria votata dall'Ars la scorsa settimana. Questa spregiudicata volontà di perpetuare la più becera prassi clientelare, di fatto penalizzando le istituzioni meritevoli - ha concluso Musumeci -, condanna e umilia la Regione siciliana sull'altare di una finta rivoluzione alla quale sempre meno siciliani credono".