Adesso il M5S va contro Venturino. Ma fino a ieri nessuno aveva fiatato

 

Prima di ogni altra cosa, forse andrebbe analizzato il fatto che solo adesso viene fuori pubblicamente e quindi con la diffusione di comunicati stampa, che il vicepresidente dell'Ars, in quota movimento 5 stelle, dallo scorso febbraio non restituiva come da "contratto", parte degli emolumenti.

In questa querelle, nata dalle dichiarazioni di Antonio Venturino che in un'intervista rilasciata ieri ha criticato il movimento grazie al quale è entrato all'Ars, appellandolo come statico e di poche iniziative, e la reazione del M5S che per tutta risposta lo ha messo alla porta, andrebbe considerato, a nostro avviso, l'atteggiamento degli altri deputati del movimento 5 stelle , che se non è ancor più discutibile di quello di Venturino, lo è tanto quanto.


Perché se, come lo stesso M5S scrive, l'aver trattenuto quelle somme è "una violazione delle regole fondanti del Movimento" e "di fatto lo pone fuori", e se, sempre come scrivono, questa violazione avviene dallo scorso febbraio e ne erano dunque a conoscenza, per quale motivo non è stato allontanato prima? Perché mai, come è invece accaduto adesso, non si è data comunicazione pubblica di quanto stava accadendo, come avrebbero fatto se si fosse trattato di un deputato, di un qualunque altro partito? 
Riflessione, è chiaro, che facciamo partendo dal caso specifico, ma che vale per tutti.

Ecco, è questo modo che tutto sembra tranne che coerente, che fa storcere il naso.

Un fatto è grave o meno, una violazione è violazione o non lo è, mette alla porta o non mette alla porta. Decidere se e quando, vuol dire incoerenza.

Nessuno vuol fare i conti in tasca e per questo ci troviamo d'accordo con questo scritto dal deputato del M5S Salvatore Siragusa, che su Fb ha fatto un riferimento a quanto successo "Non voglio essere ipocrita o fondamentalista – scrive – vedersi passare sotto le mani così tanti soldi e doverli restituire non e' facile. Pensare che hai una famiglia, dei figli, che potresti fare un viaggio, che potresti comprare una cucina nuova, quante cose ci potresti fare con tutti quei soldi, ma si devono restituire e non e' facile. Ma poi pensi che ci sono persone che con quei soldi ci campano la famiglia per un anno e pensi che hai dei figli e che vuoi continuare a guardarli negli occhi senza vergognarti e pensi che la dignità vale più di un viaggio e pensi che la parola data vale di più della più bella cosa che puoi comprare. E' vero con quei soldi ci si possono fare un sacco di cose ... anche provare a costruire un futuro migliore fatto di coerenza, di lealtà, di speranza ed allora anche il restituirli diventa più facile".

Ma le regole sono regole e vanno rispettate e se non lo fai sei fuori soprattutto in un partito che di questo ha voluto fare uno dei punti cardine. Ma chi deve farle rispettare non può "ricordarsi" solo al momento opportuno, che Venturino (nel caso specifico) da febbraio non restituisce l'indennità.

Dopo le dichiarazioni apparse ieri sui quotidiani, il M5S ha diffuso un comunicato: "Prendiamo atto dell'atteggiamento di Antonio Venturino che di fatto lo pone fuori dal Movimento 5 Stelle. Venturino ha infatti violato una delle regole fondanti del Movimento: la restituzione, con rendicontazione, delle somme eccedenti i 2500 euro più rimborsi spese. L'ultima restituzione di parte degli emolumenti fatta da Venturino è infatti relativa allo stipendio di febbraio. Da allora il black-out, nonostante i pressanti e ripetuti inviti fatti dai tutti i colleghi, ma sempre rimasti lettera morta. Finora Venturino ha restituito circa 13 mila euro a fronte dei circa 30 mila di tutti gli altri componenti del gruppo. Le presunte divergenze di natura politica accampate da Venturino in una intervista pubblicata da una testata on line sono da ritenersi una foglia di fico posta a copertura di precise scelte evidentemente maturate da tempo".
Oggi venturino, che abbiamo provato contattare telefonicamente ma senza successo, replica con un comunicato stampa: "Apprendo con amarezza che ancora una volta l'attenzione dei miei colleghi del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle si sia focalizzata su un piano meramente contabile, anziché prendere in considerazione un pensiero di natura strettamente politica. Ricordo ai miei colleghi ed in particolare al capogruppo Giancarlo Cancelleri che le cose non stanno come sbandierato sui giornali le scorse ore. Lo stesso Cancelleri sa infatti quale la vera posizione che ho assunto, rinunciando sin da subito l'indennità di funzione e restituendo quando possibile parte del mio stipendio di deputato. A proposito di restituzione, ricordo ai miei colleghi che a mancare all'appello è il solo bonifico di Marzo. Sul piano della rendicontazione, ho espresso ai miei colleghi l'inopportunità di fare la stessa per evitare attacchi e speculazioni da parte di chi passa il proprio tempo davanti ad un pc a fare le pulci su chi e come spende cento euro in più o in meno. Sottolineo infine che io non mi sono posto fuori dal Movimento 5 Stelle, ho soltanto espresso una posizione politica difforme da quella dei miei colleghi e dello stesso Grillo. Mi riterrò fuori allorquando riceverò ufficiale comunicazione da parte dello stesso Movimento 5 Stelle".

Da questa polemica nessuno ne esce bene. Sembra infatti che tutto venga lasciato scorrere e che le cose vengano celate finché opportuno.
Questo è quello che arriva all'esterno e forse su cui bisognerebbe riflettere.

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