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Agenzia di Stampa Italpress
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Se il Capitano Schettino è più pericoloso di un boss mafioso, la schizofrenia di un paese malato

 

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La vicenda del capitano Schettino, conosciuto in tutto il mondo come Capitan Codardia, dalla west coast americana fino a Taiwan si arricchisce di un nuovo capitolo, degno dell'assurdità dell'intera storia. Calcolando quindici anni per omicidio colposo plurimo, dieci anni per disastro da naufragio, e otto anni per ciascuno dei passeggeri abbandonati e morti in conseguenza del naufragio, la procura di Grosseto ha chiesto qualcosa come 2697 anni di reclusione al Tribunale del riesame di Firenze per il Capitano della Vergogna.

Qualcosa, evidentemente, non funziona. Com'è possibile paragonare ed equiparare sul piano giuridico il responsabile di una strage non premeditata con le pene inflitte ai grandi capi della mafia siciliana? Al boss Totò Riina, giusto per fare un paragone immediatamente comprensibile, sono stati inflitti 12 ergastoli. Se consideriamo l'ergastolo come una pena di circa 30 anni, la pena di Totò Riina corrisponde a "soli" 360 anni di carcere, se invece consideriamo l'ergastolo come una pena di carcere a vita e consideriamo la durata della vita media pari a 80 anni, la pena di Totò Riina arriva ad un massimo di 960 anni di carcere, una pena pari a circa un terzo di quella richiesta nei confronti di Schettino.

Come può un paese civile considerare socialmente più pericoloso un incompetente rispetto al mandante di stragi, a colui il quale ha sfidato direttamente la Repubblica Italiana? La giustificazione del danno mediatico nei confronti del nostro paese non regge minimamente. Se Schettino è stato preso ad esempio di un paese inefficiente da Germania e da un candidato repubblicano alle presidenziali USA, nessuno si è chiesto il danno mediatico dato dalla morte di Falcone e Borsellino, del danno mediatico causato dalla morte di Libero Grassi e di tutte le vittime delle mafie nel corso degli anni, persino il Tribunale di Firenze dovrebbe avere più tatto nel ricordare i morti causati dalla Strage dei Gergofili, uno degli attentati terroristici del nostro paese. Cosa ne sarebbe di Cesare Battisti, al sicuro in Brasile e presto pronto a sfilare per il Carnevale di Rio? Cosa ne è degli stupratori italiani fuori dalle carceri dopo un paio di mesi?

Questo paese ha perso da tempo il senso della misura e del limite e nell'ubriacatura generale della forca mediatica commette errori imperdonabili. Nella vicenda della Costa Concordia, l'Italia è riuscita ad uccidere due volte tutte le vittime di mafia. I morti di mafia non valgono quanto un morto di un incidente? Se la giustizia italiana fosse equiparata a tutti i tipi di stragi, forse pene così dure sarebbero la normalità e chiunque preseterebbe più attenzione e avrebbe un maggior rispetto della vita umana. Punire eccessivamente un incompetente non rende giustizia a nessuno.