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Processione a Ballarò la statua della Madonna fa l'inchino davanti il covo del Boss. Istituzioni e Chiesa state zitti siete tutti colpevoli.

 

Dopo gli episodi in Campania e Calabria, anche a Palermo, durante la processione della madonna del carmine, nel quartiere di Ballarò la statua si ferma e i portantini hanno fatto l'inchino davanti al covo di uno dei nuovi boss di cosa nostra, Alessandro D'Ambrosio. Politici e istituzioni e nomenclatura clericale, state zitti siete tutti colpevoli, diciamo la verità:
Questa nostra città è persa. Nel nulla cerca di argomentare le ragioni di un'identità disgregata e svanita nei cumuli dell'ignavia sociale. Palermitani, resi schiavi del bisogno, persi ognuno nel proprio disagio, immobilizzati dalla paura, quella vera, quella che toglie il respiro e la forza del movimento. La paura per un futuro senza luce ne speranza, arrabbiata per le tante troppe promesse tutte tradite. Smontata in quel suo storico falso perbenismo da piccola borghesia tanto vuota quanto appariscente. Depredata Palermo.

Ma questa volta la razzia non nasce da un assedio o invasione, ma dal peggiore dei mali, nasce dal profondo di ogni singola anima. Da ognuno di noi, dalla disperazione che lascia sempre terreno fertile all'imbarbarimento culturale e ai predatori d'anima. Così la mafia rifiorisce e rifiorirà, il suo terreno di caccia è la disperazione, l'impoverimento, lo stato altrui di necessità, la mancanza di identità e di verità, la negazione dei diritti che diventano favori. Non oso credere che chi ha portato la nostra città e regione intera al più basso livello di disagio sociale e impoverimento della popolazione dal dopoguerra ad oggi, poteva credere che tutto ciò non avrebbe avuto conseguenze anti-sociali ovvie e dirompenti. Palermo è una città involuta di 30 anni, chi oggi si stupisce che durante una processione, la statua votiva della madonna si fermi e faccia l'inchino davanti alla casa di un boss mafioso detenuto sotto regime di 41 bis, è semplicemente un ipocrita. Così come chi non vuole ammettere che la maggioranza assoluta delle confraternite religiose in questa città sono ampiamente espressione e frequentate da uomini molto vicini a cosa nostra.

Quello che è accaduto non è un episodio qualsiasi è l'ennesimo terribile termometro di un tessuto sociale moribondo, istituzioni, sindaci, chiesa, politici, ecc. ecc. risparmiateci le dichiarazioni di disprezzo e diniego sull'accaduto, siete tutti responsabili. Noi diciamo: PALERMO E PALERMITANI, non mollate proprio adesso, resistete, anche se oggi portare a casa un piatto di pasta per i propri figli è diventato difficile, anche se la vostra dignità è calpestata, anche se il cuore è piccolo e le tasche vuote, non rinunciare a dire ai vostri figli che quel piatto di pasta che manca non è in tavola perchè la dignità viene prima della fame e di pasta si ci può anche saziare ma di ignavia si può solo morire. Palermo svegliati e reagisci.

di Ugo Piazza