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Agenzia di Stampa Italpress
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PmiSicilia con LiberoFuturo per dire 'no' al racket

 

 

Pmisicilia, associazione delle microimprese siciliane, aderisce al decalogo antiracket di LiberoFuturo.

Poche ma severe regole che prevedono, tra l'altro, l'espulsione degli associati che risultino indagati e/o imputati per il reato di associazione mafiosa, anche nell'ipotesi del concorso esterno e del favoreggiamento, ma anche di coloro che non ammettono di aver pagato il pizzo.

Pmisicilia dovrà svolgere un ruolo attivo a fianco degli associati che denunciano i propri estorsori o convincere a denunciare chi ha ricevuto richieste di pizzo. Ma non solo: si promuoverà il consumo critico riassunto nello slogan "Pago chi non paga": agli associati si suggerirà di fare domanda di adesione al consumo critico  che equivale a una denuncia preventiva che tiene a distanza gli estortori.

"Si tratta – afferma il presidente di Pmisicilia, Marcello Candela -  di un passo importantissimo per la nostra associazione che, sebbene sia nata solo da poco tempo, ha già voluto affrontare il tema della legalità che ha grande rilevanza nel mondo delle imprese. La firma di questo protocollo vuole essere soltanto un primo passo verso azioni sempre più energiche di contrasto al malaffare: Pmisicilia, infatti, non soltanto espellerà chi è colluso con la mafia, ma farà di tutto per vagliare la posizione di chiunque decida di associarsi, perché coloro che hanno a che fare con la mafia non devono mettere piede nella nostra associazione".

Pmisicilia, inoltre, intende porre una questione ulteriore sul fronte della legalità: «L'azione antiracket – aggiunge il vicepresidente Umberto Terenghi- ha come premessa l'esistenza di una vittima. Ma c'è un settore, quello che prevede l'utilizzo delle risorse pubbliche, nel quale corrotti e corruttori vanno insieme e l'impresa non è vittima, ma correa. Un quadrato fatto di quattro vertici: mafia, malapolitica, burocrazia infedele e imprese corruttrici, occorre scardinare anche questo fenomeno".

Enrico Colajanni, presidente di Libero Futuro, sottolinea che "se è vero come è vero che tutti dobbiamo e possiamo fare qualcosa contro la Mafia e per un futuro libero, le associazioni di categoria sono addirittura decisive per il successo di questa rivoluzione culturale e sociale. Isolare i mafiosi ed i favoreggiatori, valorizzare e difendere le imprese che si ribellano alle vessazioni mafiose, creare con il "Consumo critico Pago chi non paga" aree libere di mercato coinvolgendo anche i consumatori, coinvolgere i professionisti liberi nella lotta alla Mafia sono alcuni degli imperativi strategici dell'azione comune".