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Palermo. Vigile urbano sospeso dal servizio, aveva rivelato segreti d’ufficio ad un boss

 

Mondello piazzaAntonio Corsino informava preventivamente il boss manager Francesco Di Pace, delle attività di controllo sui maxischermi della città, che la polziia municipale aveva in programma. Di Pace è l'uomo cui il boss Salvatore Lo Piccolo aveva affidato il fruttuoso affaire della gestione dei maxischermi a Palermo.

Corsino nel 2007 venne intercettato proprio mentre chiamava Di Pace per informarlo del controllo che la  municipale avrebbe effettuato quel giorno sulla struttura (non autorizzata) istallata nella piazza di Mondello. Ma lui si è sempre difeso dicendo di non sapere che Di Pace fosse uomo della mafia.

Il pentito Manuel Pasta lo aveva riconosciuto in alcune foto mostrategli durante un interrogatorio e lo aveva indicato come il fratello del proprietario del locale "Ma che Bontà" di via Emilia, locale balzato agli onori della cronaca, lo ricordiamo, perché luogo di summit tra capi mandamento, come quello del 2011 che vide seduti allo stesso tavolo Alessandro D'Ambrogio, considerato il boss di Porta Nuova, Giulio Caporrimo, reggente del mandamento di Tommaso Natale, Antonino Messicati Vitale, di Villabate, Cesare Lupo di Brancaccio, Luigi Giardina, Fabio Chiovaro del quartiere Noce, Gaetano Maranzano, reggente della famiglia di Cruillas, Nicola Milano e Tommaso Di Giovanni di Porta Nuova, Antonino Zarcone, reggente della famiglia di Bagheria,

A giudizio, assieme ad un'altra quarantina di persone appartenenti alla Famiglia Madonia di Resuttana, Corsino è stato condannato per abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio, a tre anni di carcere, pena confermata lo scorso maggio in Appello.

Lo scorso 14 agosto con determina dirigenziale del settore Risorse umane del Comune di Palermo, è stato sospeso, a partire dal 1° settembre, a seguito dell'ordinanza di applicazione della misura del divieto di dimora a Palermo notificatagli dai Ros  nel 2011. La legge prevede che "La misura della restrizione della libertà personale del dipendente impone la sospensione d'ufficio dello stesso dal servizio con privazione della retribuzione".

M.Ge.

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