Era stato annunciato mesi fa un piano generale che avrebbe migliorato lo stato della raccolta dei rifiuti in città, nuovi mezzi, controllo sugli operatori ecologici, porta a porta, campane per la differenziata ecc. ecc. e sopratutto nessun disservizio durante il periodo natalizio in cui storicamente si accumulano tonnellate di rifiuti in più. Ma a quanto pare nulla è servito o poco è stato fatto. Numerose sono le segnalazioni in molti quartieri palermitani in cui i rifiuti sono abbandonati per strada o i cassonetti restano stra colmi e non svuotati. I semplici cestini getta carta in città restano merce rara, delle bonifiche speciali per l'amianto ( ad esempio quelle del Parco Cassarà o dei Cantieri Culturali della Zisa) non se ne ha più notizia e le aree restano sotto sequestro, di fatto sottratte ai cittadini. Ma la situazione è generalizzata non meglio va nelle vicinanze della città molte unità dei vigili del fuoco in questi giorni sono state impegnate per spegnere decine di cumuli di spazzatura. I cumuli di rifiuti sono andati in fiamme lungo la statale 113 nella zona commerciale e industriale di Carini e nel lungomare. Altri incendi anche al confine con Cinisi. Per non parlare dei problemi delle discariche. Già la Regione è sotto osservazione per l'emergenza rifiuti e si continua a parlare di possibile commissariamento. Bellolampo la discarica di Palermo, "tace" sommersa dai propri problemi e indagini della procura per disastro ambientale, di nuove vasche di raccolta non si parla più, ma sopratutto non si parla di nuove tecnologie e soluzioni ormai prassi comune in altri paesi europei, dove, con interventi seri e programmati ormai sono tecnologicamente anni luce da noi. Qui, ogni tanto si ritorna a parlare di inceneritori, in altri paesi queste è semplicemente considerata una tecnologia obsoleta e si parla di riciclo, di riutilizzo, di ciclo integrato, di impianti di bio-massa, e tanto altro. Ciò di come fare diventare i rifiuti da problema a risorsa economica, occupazionale con tecnologie pienamente eco-sostenibili. Da noi i problemi, restano tali, o vengono rinviati a futura memoria, ma sopratutto non si programma nulla l'emergenza è lo stato ormai a cui ci siamo abituati. E dove c'è emergenza non ci può essere programmazione e se questa manca non si può parlare neanche di futuro... Intanto i cittadini continuanuano a pagare i propri tributi per avere quantomeno garantito i servizi di base.