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Ogni natale è speciale. Auguri a Palermo e alle nostre luci spente

 

Ogni natale è speciale, nell'eccezione più ampia della specialità. Ciò che è speciale lascia un ricordo spesso indelebile sia nella gioia che nel dolore. Cosi come la nostra città vive da sempre gioie e dolori. È pur vero che per natura umana il dolore si lava via con più difficoltà dall'anima, resta sempre un alone un segno del segno, quando per le gioie, contrariamente, la memoria è più labile propensa a scivolare tra le maglie della vita facendo perdere traccia di se.


Ricordo tanti natali passati in questa città, anni festosi pieni di luci, anni in cui le luci e gli addobbi brillavano meno ma pur sempre in questa Palermo, amata, criticata, farcita di mille contraddizioni, di alcune delle quali si potrebbe ormai anche fare a meno. Ma sono li, sempre li, e con esse dobbiamo farci i conti. Dentro e fuori da noi stessi.
Ne ricordo uno di natale speciale, uno soprattutto e chiaro su tutti gli altri. Fu passato in un'altra di città. In una capitale mondiale come è NY city. Da un amico caro insieme a colei che poi sarebbe diventata mia moglie, anche se non per sempre. Un natale lontano dalla mia città dagli affetti familiari ma un natale indelebile felice accanto al mio amico e fratello di vita Pierpaolo. Sono passati più di 12 anni, ma se oggi dovessi ricordare un natale ricorderei quello, perché l'occhio dell'uomo, così come il mio, è sempre più affascinato dal ricordo verso l'orizzonte che a guardare il presente nella punta delle proprie scarpe.


Anche se, volendo e dovendo alzare lo sguardo e guardare l'orizzonte della speranza e del futuro, oggi guardo il futuro di mio figlio che ha 12 anni e che in questa città è vissuto e sta crescendo, ma in lui non vedo la voglia di restare in questa Palermo, troppe e tante sono rimaste le dicotomie oscene che la continuano a distinguere e che a un ragazzino che già conosce il mondo è difficile spiegarne il motivo della sussistenza. Del resto gli occhi dei ragazzi di quell'età sono ancora freschi e puri nutrendo la capacità di arrivare dritti al punto, senza se e senza ma, soprattutto senza dietrologie. Lui spesso mi dice che Palermo non è vivibile, non ci sono luoghi pubblici attrezzati per bambini della sua età, per lo sport, per il gioco per il tempo libero... quasi già consapevole che poter vivere una città vuol dire poter usufruire di spazzi e luoghi d'aggregazione esterni alla perfezione delle proprie case, vuol dire riconoscere anche l'esterno come casa propria, rispettandolo, migliorandolo, sentendolo si luogo proprio, ma anche di tutti. Perché resta inequivocabilmente vero che agli occhi di un giovane cittadino a distinguere Palermo da altri luoghi e città, in cui i problemi e le contraddizioni sono pur tante, c'è il mancato investimento fatto sulla vivibilità. Una città alla fine non deve che essere vivibile, pulita, con i servizi di pubblica utilità e fruibilità efficienti e completi. Secondo la natura umana, ho sempre creduto e sempre crederò, che il bello e l'ordine, chiama al bello e all'ordine, perciò al rispetto di ciò che è di tutti.

Non regge per me l'opinione di qualcuno che spesso dice i "palermitani sono vastasi" infatti spesso lo stesso che l'addice aggiunge ... " ma quando andiamo all'estero siamo cittadini modelli".
 

Vi auguro ad ognuno che questo, così come i prossimi, siano natali in cui gli "addobbi" che adornano la nostra Palermo possano brillare tanto quanto quelli attorno ad ogni singolo nostro albero di natale. Sinceri auguri a tutti voi.