News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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Lombardo e Leanza sparano a zero... su se stessi

Due distinte interviste oggi campeggiano sui media regionali, quella del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e quella del suo braccio destro Lino Leanza. Articolate in dichiarazioni che non lasciano libera interpretazione di significato. L'aspetto politico è quello più interessante, perché proprio i due fondatori e animatori “spara a zero” sul partito che hanno creato, gestito e vivacizzato in questi anni, l'MPA. È proprio il Movimento per l'Autonomia sotto il mirino dei propri fondatori, Lombardo non fa sconti a nessuno dichiarando “Sono molto deluso dall’evoluzione del mio movimento: si è trasformato in un partito del potere e del governo. Il giorno che comunicherò le mie dimissioni dirò anche cosa intenderò fare rispetto al movimento. All’inizio il mio movimento autonomista si intestava battaglie importanti come il ponte sullo Stretto o la questione dei rifiuti, oggi si batte per un posticino di sottogoverno o un assessorato comunale. C’è bisogno di ritornare alle origini”. A queste esternazioni fa subito sponda Lino Leanza: “Da oltre due anni faccio notare a Lombardo che il movimento ha smesso di confrontarsi e dibattere, abbiamo fatto l’errore di farci tiare dentro un teatrino, compreso quello del terzo polo che in Sicilia non è mai esistito” Se quello che viene detto, in un'analisi politica laica è certamente condivisibile, in realtà lo risulta meno dal punto di vista della fonte da cui proviene. Dopo 4 anni di amministrazione della regione, quattro rimpasti di giunta con altrettante maggioranze parlamentari, dopo una gestione del “potere” meticolosa e senza spazi di autonomia decisionale per nessuno, dopo miliardi di euro della comunità economica europea non spesi, il tutto con il timone ben saldo nelle mani di una persona sola, quelle del Presidente della Regione, anche capo indiscusso dell'MPA, c'è da chiedersi, con tali strumenti il partito del Presidente della Regione, quante cose avrebbe potuto fare, quante battaglia politiche e sociali, quante riforme, infrastrutture, e opportunità si sarebbero potute generare ma sopratutto perché non si è riusciti a farle. L'unica risposta plausibile è che probabilmente le dichiarazioni di Lombardo e Leanza sono da interpretare come un importante momento di autocritica, piuttosto che di analisi politica...