News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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La politica che non ascolta e come si evolve la protesta dei Forconi

Dopo undici, intensi giorni dall'inizio della protesta, la politica batte un colpo. Raffaele Lombardo getta le carte sul tavolo, le richieste vanno da un concreto contributo delle aziende siciliane alla ricostruzione in Libia fino ad una diminuzione del costo del carburante di circa 0,15-0,20 rispetto al resto d'Italia. 

Dal canto suo, il governo Monti ha illustrato tutta una serie di incentivi messi in campo per pescatori ed autotrasportatori, quali accise ridotte sul gasolio, pedaggi autostradali meno cari e possibilità di denuncia e certezza della pena per i camionisti che segnalano turni di lavoro superiori ai limiti stabiliti per legge. Non si capisce come sia rientrata la richiesta del Ponte sullo Stretto tra le presunte richieste avanzate dal Movimento dei Forconi, dato che abbiamo documentato per intero quali siano state fino ad ora le precise richieste del Movimento che è sceso in piazza in massa ieri nel capoluogo siciliano. Probabilmente più che il Ponte in sé Lombardo non vuole perdere i milioni di finanziamenti che l'allora ministro Altero Matteoli aveva investito e che l'Unione Europea in qualche modo potrebbe chiedere indietro entro il 2013.

La politica cerca quindi di farsi avanti, nel giorno in cui i Forconi di Ferro meditano nuove forme di protesta che non portino troppi disagi ai siciliani e presenziano al presidio dei Forconi della Sardegna, i pescatori di Forza d'urto tornano a farsi sentire dopo le proteste di ieri. Cercano maggiori chiarimenti sugli incentivi del gasolio ed Enrico Letta del PD si chiede come sia possibile che tutte queste categorie non siano state informate delle misure contenute nel pacchetto Salva Italia approvato ieri in Parlamento.

Colpa dell'informazione schierata? Non proprio. La politica ha avuto paura a confrontarsi con la gente che protestava. Si è discusso tanto su chi ci fosse dietro alla protesta, ma non ci si è mai posti davanti alla protesta. Chi di noi ha avuto la possibilità di parlare direttamente con chi in questi giorni ha manifestato ha sentito storie di lavoratori che non riescono a competere perché devono cambiare il proprio mezzo ogni 3 anni a causa delle strade dissestate, persone che dopo aver fatto i padroncini sono tornate a fare i dipendenti, con Equitalia e SERIT pronte a colpire senza pietà, come macchine prive di emozioni.

Lo sfogo a cui avete assistito nel video è solo uno dei tanti aspetti di questa protesta che ha già cambiato obiettivo. Non basterà andare incontro alle richieste materiali dei Forconi per fermare i disagi, occorre che la politica torni ad esercitare un ruolo di mediazione nel paese. Lo spazio per una nuova stagione è davanti agli occhi di tutti, ma solo una politica che è in grado di ascoltare e dialogare può davvero far superare questo momento, tecnico, di crisi