News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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Il servizio di Report alza un polverone sulla Formazione. Reazioni dure, senza 'se' con qualche 'ma'

Ė bastato che Report guardasse un po' sotto il tappeto della Formazione siciliana perchè venisse su un polverone. Il servizio - lanciato da Milena Gabanelli ieri sera su Raitre – riguardo la presenza di alcuni parenti di politici siciliani negli organigrammi degli enti formativi finanziati dalla Regione, sembra avere toccato un nervo scoperto, tanto da provocare subito la dura reazione di Rosario Crocetta. "Ho dato disposizioni di bloccare i pagamenti agli enti riconducibili a parlamentari regionali"‏, così il presidente ha dato corpo al suo disappunto, se non sdegno. In men che non si dica un coro di approvazione si è levato per accogliere l'annuncio di Crocetta. Senza "se", con alcuni "ma".

"Già nei prossimi giorni insedierò la Commissione di verifica dei poteri per accertare se ci sono delle incompatibilità di alcuni deputati, e non solo nel settore della Formazione", annuncia il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, sull'onda delle rivelazioni di Report.

All'insegna della "discontinuità col passato" l'intervento a proposito di Gianpiero D'Alia, segretario siciliano dell'Udc: "Va convocato in tempi brevi un tavolo di confronto tra governo, sindacati e imprese per adottare provvedimenti drastici. Quanto ai fatti riportati dalla trasmissione televisiva, è evidente che se fossero accertati, saremo inflessibili nell'applicazione del codice etico  di cui il partito si è dotato, senza sconti per nessuno ". Come caustico è Rudi Maira, segretario regionale di Cantiere popolare, quando prospetta "quasi una vera e propria parentopoli nella gestione e nelle assunzioni della formazione professionale". Pure il deputato Pdl Salvino Caputo si appella al "coraggio di Crocetta per resistere alle pressioni dei deputati della sua maggioranza per fare risparmiare alla Regione decine di milioni di euro".

In questo baillame arriva anche il distinguo dell'Udc Nino Dina, per il quale "vanno bene le verifiche" per "uno scandalo che non esiste" dato che "gli enti di formazione sono sotto gli occhi di tutti". Proprio il nome di Dina era stato fatto su Raitre ieri sera, accostato a quello della moglie "assunta all'Anfe nel 1986, quando non eravamo neppure sposati"; "quindi l'accostamento che è stato fatto dalla trasmissione Report è improprio e lesivo nei miei confronti", annota Dina, che rifacendosi all'annunciato blocco dei finanziamenti da parte Crocetta chiosa così: "Prima di fare grandi annunci bisogna verificar come stanno le cose".