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Agenzia di Stampa Italpress
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E' finita la protesta, tra delusione ed incredulità

Una protesta si può condividere o si può non condividere. Una protesta crea sempre disagi a qualcuno. Ma quello che non si può fare con una protesta è far sì che i fautori diventino dei capri espiatori.  Sia il Movimento dei Forconi, che Forza d'Urto, che l'Aias hanno sposato la causa comune della protesta contro un sistema malato da molto tempo, che continua a flagellare i vari comparti. Esaurito il termine temporale previsto sulla carta, quello dei cinque giorni, adesso regna l'incertezza. Si continua? Non si continua? Per noi che abbiamo passato 36 delle ultime 48 ore al fianco degli autotrasportatori al porto di Palermo, il quadro è poco chiaro. I tir bloccati presso il principale scalo marittimo isolano sono centinaia e gli autotrasportatori dicono che da lì non si muoveranno fi quando non avranno risposte precise. Mancano però i collegamenti con la base, mancano le notizie e manca chi dovrebbe discutere delle decisioni da prendere. La sensazione non è positiva. Dall'altro lato, la gente, quella stessa gente che rischia di fare a botte per un litro di benzina, sembra avere poca nozione dei perchè della protesta, che non sono solo i perchè degli autotrasportatori impegnati a Palermo. La politica sembr fare fronte comune contro i blocchi, da destra a sinistra è un coro unanime di condanna. E gli stessi politici si chiedono come mai ancora la polizia non abbia "disperso" i dimostranti. Mah!!?? Eppure, la politica siciliana, che ci risulti, non è stata in grado di fornire una risposta che fosse una alle problematiche rivendicate dalle varie categorie. Nessun politico si è mai fatto vedere presso i blocchi, nè ha pronunciato una frase di sostegno. Paura di compromettersi? Sembra una storia già vista, in ambito nazionale. Non sappiamo se la protesta, che è anche diventata quella di una minoranza di studenti, quelli non rimasti indifferenti, quelli che ieri hanno marciato verso il fronte del porto gridando lo slogan "Sicilia, Sicilia, Sicilia mia, c'è cu mancia e cu talìa", che in italiano significherebbe "Sicilia, Sicilia, Sicilia mia, c'è chi mangia e chi guarda", continuerà. Uno solgan forte ma non supportato dal numero. Nella sola Palermo gli studenti sono migliaia, e questi erano anche giovanissimi. Quegli stessi studenti medi chei ieri si sono anche chiesti che fine abbiano fatto gli universitari. Certo, manca la benzina, mancano i generi alimentari, ma ci chiediamo a cosa possano essere servite queste 5 giornate, se  tutto dovesse svanire come nebbia al sole? Terra difficile la Sicilia, ricca di contraddizioni. Ma chi è veramente in grado di dare risposte concrete a questa gente, agli studenti, a noi? In una città senza Sindaco, e non perchè si sia dimesso pochi giorni fa, e con un 'amministrazione regionale che non fa che aprire le braccia, non per accogliere, ma per incapacità concreta nel fare, trovare degli interlocutori all'altezza è difficile, trovare risposte lo è di più. Intanto, nell'incertezza ed in attesa di notizie, continuiamo ad osservare e cercare di capire. Mentre scriviamo, ci arriva la notizia che Mariano Ferro, leader dei Forconi, ha rilasciato una dichiarazione, subito ripresa dalle agenzie "La potesta si ferma e riprende a Roma". Tentiamo invano di contattarlo. Ci gela il sangue. Avevamo creduto vermanete che qualcosa potesse cambiare, e come noi tanti altri. Ne arriva un'altra di notizia "al porto i tir abbandonano il blocco", la digos ha il suo da fare per calmare alcuni di quelli che avrebero continuato, ad oltranza, come era stato annunciato. C'è tanta perplessità e delusione. Non capiamo. Non capiamo cosa sia successo e cosa abbia determinato queste decisioni simultanee e repentine. Cercheremo di sapere di più. Una cosa però è chiara....tutti gli sforzi fatti in questi 5 giorni siciliani, non serviranno a niente.