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Lombardo mette da parte le ruggini con Berlusconi. Con Miccichè si ricompone la foto di famiglia

altDopo Gianfranco Miccichè, adesso è Raffaele Lombardo a ritornare nell'alveo berlusconiano. A meno di improvvidi colpi di scena, il Partito dei siciliani-Mpa sarà al fianco del Pdl alle prossime elezioni politiche. Le parole di Lombardo sono poco equivocabili, quando parla di un accordo "praticamente chiuso" col Cavaliere, dando un colpo di spugna alle ruggini alimentate negli ultimi anni dalle accuse di "ribaltone" rivolte dai berluscones ai lombardiani, dopo la chiusura dell'ex governatore al centrodestra e l'apertura di governo al Pd.

Va così ad infoltirsi la schiera di movimenti sicilianisti, meridionalisti in generale, che faranno da sponda alle mire di Silvio Berlusconi o di chi per lui sarà candidato alla presidenza del Consiglio, tutte con un destino comune: lista propria per Palazzo Madama, dove per il premio di maggioranza a base regionale c'è bisogno di raggranellare quante più riserve di voto possibili, listone unico a Montecitorio per una sorta di Lega Sud.

Per quanto riguarda le sorti politiche di Raffaele Lombardo, il governatore in pensione assicura che non si candiderà "nè alla Camera e né al Senato", nonostante le offerte del Cavaliere in persona.

Miccichè dalle pagine del suo blog, "Sud", lapidariamente: "Ok, accordo chiuso". Il leader di Grande Sud poi spiega il posizionamento scelto per la formazione nata da uno strappo proprio col Pdl: "Una forza politica propositiva e costruttiva non poteva non innestarsi nel centrodestra di Silvio Berlusconi. E dove, altrimenti? Non certo in quella promiscuità tecnocratico-politica di Monti e Casini e nemmeno nella deriva populista di Bersani e le contraddizioni sinistrorse di Vendola".

Con buona pace di chi, all'interno di Grande Sud (vedi Michele Cimino), aveva mosso le proprie riserve sul patto di ritrovata amicizia.