Il destino dell'Europa e dell'euro passa da queste soluzioni. Ecco i rischi (parte prima)

crisi euro

Luca è ancora madido di sudore, ha appena scoperto che la moneta che ha in tasca produce debito ed è la causa stessa dell'aumento delle ore di lavoro e della diminuzione del suo potere d'acquistoChe succede quando un'istituzione bancaria non dialoga con uno Stato? Ovvero, cosa accade in un sistema come quello del signoraggio bancario quando la Banca Centrale Europea non dialoga con uno stato federale unito ma con le altre banche centrali? Il meccanismo di debito e stampa della moneta, anziché procedere nei modi spiegati prima procede in maniera pressocché esponenziale. Se quindi l'espansione della base monetaria (pari oggi a circa 870 miliardi di euro, rispetto agli 855 miliardi iniziali, secondo i dati ufficiali della BCE) procede in proporzione al numero di paesi aderenti all'euro, ad oggi dobbiamo considerare l'indebitamento come un numero n a cui ad esponente mettiamo il numero dei paesi che utilizzano l'euro (debito creatopaesi aderenti all'euro). E qui Luca ha una fulminazione.

Ecco perché il debito dei PIGS, i paesi dell'Unione Europea a rischio default, rischia di distruggere l'Unione Europea. Quello che non sa è che la distruzione dell'Euro e dell'Unione Europea è un procedimento messo in piedi in maniera scientifca oltreoceano, negli USA.

L'euro è ad un passo dal diventare la moneta di scambio dei paesi che producono e distribuiscono il petrolio nel mondo. I danni per l'economia statunitense sono incalcolabili, un euro quotato a 1,50 con il dollaro piega l'intero sistema di produzione americano, già messo a dura prova dal confronto insostenibile con la Cina. Quando nel 2008 scoppia la bolla dei mutui subprime che investe il mondo e pompa i soldi pubblici verso le banche private (che costituiscono la base delle banche centrali in tutto il mondo) Wall Street propone un patto scellerato per sopravvivere: distruggere l'euro in cambio di un proseguimento del mercato finanziario privo di regole. In questo modo, con l'emissione di titoli tossici in Europa si potrà far affondare i paesi più deboli dell'area euro. Nell'ordine, vengono colpiti Islanda, Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna. La prima ondata di attacchi sortisce l'effetto sperato. Bilanci al collasso, economia reale dei paesi coinvolti in leggera recessione e cambio euro-dollaro intorno all' 1,30. I mercati si aspettano una soluzione concertata dall'Unione Europea ma il duo Francia-Germania si dimostra titubante. Si mostra l'ipotesi del colpaccio, distruggere del tutto l'area euro.

Ecco perché a partire da giugno 2011 l'attenzione dei "killer economici" si concentra in maniera così netta sull'Italia. Essendo uno degli stati "troppo grandi per fallire" (too big to fail) il debito pubblico italiano è uno dei grimaldelli ideali per far saltare definitivamente l'area euro e trascinare uno dei paesi del G8 sull'orlo della bancarotta. La speculazione finanziaria incontra l'impassibilità del governo italiano e la colpevole cecità di Germania e Francia, che non hanno minimamente compreso la portata del rischio. A questo punto entra in scena uno degli agenti economici che agisce, di fatto, sotto il diretto controllo degli USA, ovvero il Fondo Monetario Internazionale. Lo scandalo che coinvolge Strauss Kahn toglie dai piedi un socialista che potrebbe bloccare il piano di indebitamento dell'Unione Europea, al suo posto un'altra francese, Christine Lagarde, ministro del governo Sarkozy, garantisce l'iniziale neutralità dell'Eliseo.