Il centro voluto da Padre Puglisi rimane senza sede. In aiuto arriva la diocesi di…Fiesole

Vent'anni fa Padre Pino Puglisi inaugurava il centro Padre Nostro di Brancaccio. Era il 29 gennaio del 1993.

E lo apriva grazie alla sua voglia di fare e fare bene, al suo senso di giustizia, al suo amore per il prossimo, per i più giovani, perché lui, più di tanti altri, sapeva che erano (e sono) loro la vera possibilità di riscatto e cambiamento. Padre Puglisi lo hanno ammazzato per questo e nel giorno del suo 56esimo compleanno, la sera del 15 settembre di quell'anno miracoloso per Palermo e per Brancaccio, in cui tanti ragazzi alzarono la testa e sfidarono con lui la malavita, in cui cercarono di rimpadronirsi delle loro vite.

 Gli spararono alle spalle quei cuor di leone, uomini d'onore si fanno chiamare.

I locali di via Brancaccio 461, furono acquistati da Padre Puglisi ed è bene ricordarlo. L'allora cardinale Pappalardo contribuì con 30 milioni, il resto, 269 milioni, vennero raccolti con una colletta. Lira dopo lira, da ogni quartiere delle città ma non solo, arrivarono persino dal Brasile, dall'Argentina. Padre Puglisi, uomo onesto, intestò quel bene alla Chiesa. Un bene che, volendo parlare di coscienza civile, di amore, è in primis della città. Il centro Padre Nostro è moralmente di quanti hanno contribuito ad acquistarlo.

Ma l'idealismo, si sa, porta alle più grosse amarezze. Come quella provata oggi, quando ho scoperto che alla fine la strada intrapresa è rimasta quella già annunciata. Ovvero che il centro Padre Nostro cambierà sede, perché la Diocesi ha voluto indietro i locali. Per farci cosa non si sa, non trapelano notizie su questo fronte e il telefono della segreteria di Monsignor Carmelo Cuttitta, il Vescovo ausiliario, squilla a vuoto. Cerco notizie in altro modo, vado sul sito internet dell'Arcidiocesi di Palermo; sulla home page noto un link "Don Pino Puglisi", ci clicco su: ricordano che "Il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto per il martirio del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi", che sarà beatificato il 25 maggio prossimo..

Ad  amarezza si aggiunge amarezza.

Ho saputo che i locali della nuova sede del centro, che sarà a pochi metri di distanza, non sono stati "donati" dalla diocesi di Palermo, la quale non ha nemmeno contribuito alla ricerca di un posto alternativo in cui spostare il centro. Ad acquistare i nuovi spazi ci ha pensato infatti un'altra diocesi, quella di Fiesole. Già, i locali sono stati acquistati dalla Fondazione Giovanni Paolo II di Fiesole, una bella realtà che ha sedi anche a Gerusalemme e a Betlemme e dunque grazie al direttore della Fondazione Angiolo Rossi, a Monisgnor Luciano Giovannetti prima e all'attuale vescovo di Fiesole Mario Meini, il centro di Padre Puglisi continuerà a vivere e a Brancaccio.

Il prossimo mese cambierà sede, il giorno di primavera. Speriamo davvero che il furto nei nuovi locali, avvenuto scorso 30 gennaio sia solo un episodio e non l'inizio di una nuova serie di atti vandalici/intimidatori. Ignoti tagliando la rete di recinzione, si sono introdotti nel bagno del pianterreno portando via cassetta del water, rubinetteria, plafoniere interne ed esterne e specchio. "Purtroppo – dice Maurizio Artale presidente del centro – ormai siamo abituati, ma noi come sempre andremo avanti a testa alta e giorno 21 marzo, in occasione della giornata della Legalità, inaugureremo la nuova sede e sarà una grande festa". Già, lo sarà.

"Si, ma verso dove?" amava ripetere Padre Puglisi. Ed è in nome di quel "verso dove" che noi non possiamo che continuare, ognuno a modo proprio, ognuno nel suo piccolo, a seguire i suoi passi.

 

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