La Sicilia perde uno dei suoi volti migliori. Si è spento Vincenzo Consolo

ConsoloLa cultura perde tra i suoi volti migliori. Vincenzo Consolo, scrittore e saggista, considerato dalla critica uno dei grandi scrittori contemporanei, si è spento dopo una lunga malattia nella sua casa milanese. Nato a Sant'Agata di Militello (Messina) nel 1933, laureato in Giurisprudenza. Consolo, aveva vissuto sotto il regime fascista, e passato l'infanzia fra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale nella campagna siciliana, diventata lo sfondo dei suoi scritti.
Consolo esordì nel 1963 con La ferita dell'aprile, un romanzo sulle battaglie politiche che seguirono in Sicilia alla Seconda Guerra mondiale.
Il libro che lo consacra ai vertici della letteratura italiana è Il sorriso dell'ignoto marinaio (1976), dove si narra la rivolta contadina di Alcara Li Fusi nel passaggio dal regime borbonico a quello unitario. Le sue successive pubblicazioni, da Retablo a Nottetempo casa per casa (Premio Strega 1992), da La pietre di Pantalica a Lo spasimo di Palermo, testimoniano il suo impegno civile e la sua vena espressionistica si affermano definitivamente.
Si era trasferito nel 1968 a Milano, dove aveva lavorato in Rai. Legato da profonda amicizia con Leonardo Sciascia, cui si deve il suo approdo alla casa editrice Einaudi.
Un grande osservatore dei processi socio-culturali lascia a noi tutti forti testimonianze del tempo trascorso.