AZNAMOUR AL MONTEVERGINI

ferratoAznamour sarà in scena al Montevergini da giorno 1 al 4 Marzo, ore 21.15.
"AZNAMOUR L'amore si prova ma non si fanno le prove". Di Paolo Modugno con Gianluca Ferrato "l'uomo", Arianna Battilana "lei", Gabriele Colferai "lui" Emiliano Begni pianoforte. Regia Gianluca Ferrato. Produzione: Nota Preziosa.
"Amo le cipolline in agrodolce. Già, che c'entra? Niente è un modo per cominciare, un input. Per parlare del-la mia passione per coniugare elementi apparentemente contrapposti che ha condizionato tutto il mio lavo-ro, nelle varie discipline dello spettacolo. Quando Gianluca Ferrato, la primavera scorsa, si è presentato con un duplice regalo, un cofanetto di CD e un libro, ambedue di Charles Aznavour, non sapevamo, né io, né lui, che il regalo era triplice: mi aveva messo davanti a una sfida: coniugare il mondo musicale di Aznavour, fat-to di sconfitte sentimentali, di rinunce, di abbandoni (sono rare le canzoni sull'amore felice), e il "personag-gio" Aznavour, il suo impegno a favore del popolo armeno, con qualche altro ingrediente, forse contrappo-sto.
Quello che sapevo con certezza era che non sarebbe mai stato un "biopic", anche perché non ci sareb-be stato granché da raccontare della vita di questo grande cantante e interprete (non sempre le due cose si sposano). Poi, mi è venuta in soccorso la realtà, quella del nostro Paese, che è molto mutata, recentemen-te, ma che ha mantenuto una costante che può rivelarsi foriera di serie conseguenze sociali. Ci ho provato.
Il lavoro con Gianluca e con Laura, la sua preziosa assistente, è durato fino a dicembre, un lavoro "di bran-co", così come avviene nei casi più fortunati. E ora è lì, sulla scena". -
Paolo Modugno
NOTE DI REGIA
"Quando scrivi le note di regia, lo fai mentre lo spettacolo sta dando i primi segnali di vita: è un peccato e, forse, una presunzione. Dovresti aspettare di conoscere che effetto fa al pubblico quello che hai creato. Ma le regole si chiamano così mica per caso. Ci sono per essere rispettate. E, dunque, con la fiducia che mi riconosco, intrepido, scrivo.
E' il quarto capitolo della mia vita da palcoscenico alle prese con storie "per". Mia Martini, Luigi Tenco, Lucio Battisti e, adesso, Charles Aznavour. E stavolta l'impegno è duplice. Ne sono l'interprete e il regista. "E ancora morirò di gioia e di paura quando il sipario sale" canta Aznavour nel suo sempiterno "Istrione".
Sono queste le sensazioni che provo: gioia e paura. Alleate con me, che mi guardano e fanno il loro mestiere: farmi tremare e, forse, speriamo, esultare. Volevo, come regista, raccontare una bella storia. Io sono un instancabile amante delle parole pronunciate in scena. Qualcuno, credo in cattiva fede, vuol tentare di farci credere che loro, le parole, siano una razza in via di estinzione negli ultimi anni. Ma io sono convinto che si tratti di un falso storico. La gente, il pubblico, ha un desiderio mai tramontato di innamorarsi delle "storie" raccontate dagli attori. Da altri esseri umani che, coraggiosamente, o forse spudoratamente, mettono in scena i propri sentimenti. E in questo, gli altri, il pubblico, si riconosce. E si appassiona.
Ho fatto uno spettacolo, spero degno di questo nome. Leggero e denso. Come so fare. Come amo fare. Ho cercato di orchestrarlo come una partitura il più possibile compiuta. Ho cercato di far "suonare" non solo gli strumenti, ma anche gli essere umani che condividono con me quel benedetto spazio che è il palcoscenico. Sono due giovani: Arianna Battilana e Gabriele Colferai. Capaci, svicolati dai clichè, con un paio d'occhi a testa che non mentono. Che si fanno riconoscere. Credo nel loro talento e nella loro urgenza di raccontarsi nei personaggi che interpretano. Ed Emiliano Begni che suona il pianoforte e lo fa "parlare". Con Gabriele ed Emiliano avevo già condiviso altri "viaggi", in teatro. Indimenticabili. Con Arianna è la prima volta che siamo, insieme, "viaggiatori di un sogno". Che bello è scoprire dei giovani talenti e offrir loro la possibilità di farlo emergere, quel talento. Che immensa emozione, "passargli/le" qualcosa che tu hai appreso.
Reciteremo e canteremo. Insieme. Perché la Musica è sale nell'acqua. Le canzoni saranno quelle di Charles Aznavour. Che privilegio cantare tanta poesia. Non so come andrà, se il pubblico uscirà dai Teatri emozionato, come io, noi, speriamo, ma so che "quando tocca a me, puntuale, sono là, nel sogno sempre uguale...uguale". Uguale da sempre, diverso ogni volta. Perché questo è il Teatro. Uguale e diverso. Come un giorno inventato". -
GIANLUCA FERRATO
11 euro, ridotto 9 euro; prevendita on line www.liveticket.it o il botteghino del teatro è aperto dalle 20 del giorno dello spettacolo