Tre i personaggi, un uomo e due donne nel tunnel angosciante di una scena che riporta alla morte in un rituale sacrificale dove il non Agire è la componente dell'infelicità senza alternative. I conflitti,le identità non risolte, un esasperato senso di vita espongono i personaggi al delirio orgiastico che sfocerà nella violenza,quale ultima spiaggia del mal di vivere.
"Sono stato,come tutti, dalla parte del potere accettandolo senza riserve per star bene e ovviare alle frustrazioni e alle ansie del diverso da medio borghese infelice di esserlo ma ben adattato al conformismo imperante". E' questo il monologo che Pasolini fa dire all'uomo. Teatro di denuncia,evocante un probabile passato felice e perduto per sempre. La sconfitta dei personaggi è vincere l'inadeguatezza nella diversità come resistenza all'omologazione in una società effimera e consumistica. Scena fissa essenziale e sapiente uso delle luci fanno da cornice allo sciatto uomo,alla sua quasi eterea moglie e al nudo integrale dell'amante occasionale. Bella la prestazione degli interpreti con qualche caduta di ritmo talvolta. Firma la regia Franco Sonzogni.
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