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Caos Gesip. Palermo a soqquadro: i cittadini dicono ''Non ne possiamo più!''

altRispetto per la città. Era stato chiesto dal sindaco di Palermo ai sindacati e ai lavoratori Gesip, due settimane fa, durante l'incontro a Palazzo delle Aquile. Richiesta inascoltata è evidente, e se a torto o ragione, ai cittadini non interessa. Adesso conta solo il fatto che i lavoratori della Gesip stanno esagerando. Adesso conta solo il fatto che la città è quotidianamente bloccata dai dipendenti della società in liquidazione, che intralciano il traffico,  che ribaltano tutto quello che trovano a tiro sul loro percorso, cassonetti della spazzatura, panchine, che hanno occupato la Cattedrale (impedendo ai turisti di visitarla, ndr) lo ricordiamo, sei giorni fa e molto probabilmente, a questo punto, occuperanno anche Palazzo delle Aquile. Si, perchè il presidente del Consiglio comunale Totò Orlando ha concesso ad una delegazione di lavoratori di assistere alla seduta convocata per oggi e quindi di entrare al Palazzo.

I cittadini palermitani sono stati solidali, seguendo con loro, passo passo, la vicenda lavorativa che li riguarda e che è arrivata all'inizio della settimana al Governo. Li hanno sostenuti i primi giorni di protesta, a seguito della prima delusione per il risultato dell'ormai famoso Tavolo tecnico allargato,  dal quale sono uscite solo belle parole ma nulla di concreto. Ma adesso si è superato il limite. Il rispetto che la città ha loro portato, non solo non è stato ricambiato, ma calpestato.

Scene di guerriglia intollerabili quelle a cui si assiste ormai da giorni.Oggi in particolar modo e fin da stamattina. Poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, sono intervenuti nel pomeriggio, all'incrocio tra via Roma e Corso Vittorio Emanuele, per liberare la sede stradale. Alcuni manifestanti sono stati spostati di peso dalle forze dell'ordine, altri sono rimasti seduti a terra. Un gruppo di operai sta manifestando anche nei pressi della Cala.

Una città  messa sottosopra dai lavoratori di una società di 1800 dipendenti di cui più di 600 ex detenuti. Un dato che a nostro avviso va ricordato.  E va ricordato perchè sono proprio loro a volercelo ricordare, nel momento in cui gli atteggiamenti utilizzati con le Forze dell'ordine sono ben precisi, sono tecniche di chi sa come muoversi: rimanere seduti per terra, camminare con le mani alzate sopra la testa. Scene che non si vorrebbero vedere.

Nessuna intenzione di volere fare di tutta l'erba un fascio, ma ogni tanto, ricordare come stanno le cose, è bene.

Le proteste dei cittadini inviate alla nostra redazione  fioccano, in tutte il leitmotiv è  lo stesso: "Adesso basta!".    "Stamattina ho impiegato due ore per arrivare a lavoro - ci ha raccontato Paolo Caldarella - E' mai possibile che la città debba essere messa sotto scacco da questa gente e che nessuno li fermi? Chi protegge i cittadini da questo? Dov'è chi deve fare rispettare le regole? Queste persone ci tengono in ostaggio da giorni, come se fossero gli unici ad avere problemi! Tutti abbiamo problemi - continua - io sono precario quanto loro. E quando io arrivo con due ore di ritardo al lavoro a causa loro, chi mi giustifica col capo? Chi me le paga? Occupano, manifestano e la Polizia? La Questura cosa fa? Non mi interessano i manganelli, qui ci vuole qualcosa di più definito! Basta!" Palermo è dei palermitani e non di questa gente. Che fa ciò che vuole come fosse la padrona indiscussa".

Non è questo il modo di ottenere le cose e, di contro, non è di certo questo l'esempio migliore che Amministrazione e Forze dell'ordine possono dare. Ci sono delle regole da rispettare, anche quando si manifesta, lo sappiamo tutti e quando qualcuno se lo dimentica, proprio Amministrazione e Forze dell'ordine ce lo ricordano. Studenti, associazioni, cittadini, se vogliono manifestare per strada, devono chiedere delle autorizzazioni. Perché questa volta si sta derogando? Con gente, per altro, che da giorni mette a ferro e fuoco la città?

Quiete ormai è una parola lontana per i palermitani. La situazione è degenerata e a dirlo sono i cittadini. Che chiedono a questo punto un intervento.

Il Questore di Palermo Nicola Zito, due giorni fa aveva dichiarato "Bisogna rispettare il diritto di manifestare dei lavoratori ma anche quello dei cittadini alla vivibilità". Già,  ma il diritto di manifestare si guadagna rispettando le regole.

Abbiamo provato a contattarlo, ma ci ha rimandati a domani quando verrà rilasciato un comunicato ufficiale.

I nodi alla fine vengono al pettine. I precari a Palermo sono stati creati. La Gesip è stata creata per inglobarli. La Gesip è stata gestita male. Oggi Palermo ne piange le conseguenze.

 

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