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Agenzia di Stampa Italpress
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Accesso al credito per le PMI, la Regione Siciliana inguaia le aziende

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L'allarme proviene direttamente dalla Confesercenti Palermo che segnala come all'interno della legge di stabilità regionale per il 2012 sia contenuta una norma che potrebbe rendere ancora più difficile l'accesso al credito delle piccole e medie imprese siciliane, già stressate dalla crisi. Scendendo nel dettaglio, pare che la legge regionale n°26 del 9 maggio 2012 limiti l'intervento del Fondo di Garanzia garantito dalla legge nazionale 662/96, che spiega come vanno redistribuiti i soldi del CIPE.

Fino ad oggi la legge 662/96 garantisce "una somma fino ad un massimo di 400 miliardi di lire (circa 200 milioni di euro, ndr)per il finanziamento di un fondo di garanzia costituito presso il Mediocredito Centrale Spa allo scopo di assicurare una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore delle piccole e medie imprese". La Confesercenti Palermo ha sottolineato come limitare questa facilitazione predisposta da una legge nazionale per le piccole e medie imprese, avrebbe conseguenze disastrose.

Il Commissario della Confesercenti Palermo, Pietro Sollazzo ha ammonito gli attuali consiglieri dell'ARS segnalando come "La mancata modifica dell’odierno “status quo” costringerà le nostre imprese ad avere maggiore difficoltà nel reperimento di finanziamenti ed un aggravio di costi dovuti, sia a tassi più elevati praticati dagli Istituti di Credito non più coperti da questo tipo di garanzia, sia più elevati costi di eventuali altre forme di garanzie che verrebbero richieste agli imprenditori dalle Banche in Sicilia."

Occorre capire se questa pericolosa "svista" può essere riparata prima della corsa elettorale per le elezioni regionali, attesa ormai per ottobre. Senza una correzione entro e non oltre la fine di luglio, si condannerebbero le piccole e medie imprese siciliane ad accedere a prestiti a tassi più svantaggiosi rispetto a quelli concessi dallo Stato nelle altre regioni, allargando ulteriormente il gap esistente con le altre imprese esistenti al di fuori del territorio siciliano.