Palermo, elezioni comunali del 2007: andavano rifatte. Grazie non ci interessa più

 

L'ennesima triste conferma che ormai la politica vive solo su e per se stessa. Le elezioni comunali per il rinnovo dell'amministrazione cittadina di Palermo del 2007 andavano annullate e rifatte. Lo ha sentenziato il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). A questa affermazione le reazioni dei diretti interessati, Leoluca Orlando e Diego Cammarata, ovviamente, non potevano mancare. Chi, come Cammarata, offre massima collaborazione affinché si faccia piena luce, chi, come Orlando, parla di infiltrazioni mafiose e inciucio in piena illegalità. Ma noi non vi vogliamo raccontare tutti i dettagli e le interpretazioni che stanno viva via uscendo sulla sentenza del Tribunale Amministrativo, perché, riteniamo che il punto non sia questo. Nei fatti, qualcuno ci deve spiegare a cosa serve oggi questa sentenza. Siamo nel 2015 a quasi tre anni dall'inizio della sindacatura di Leoluca Orlando dal 2007 sono passati quasi 8 anni e proprio in questi anni la nostra città ha vissuto e sta ancora vivendo tempi veramente bui. Ammesso che dal 2007 al 2012 Diego Cammarata è stato "illegittimamente" sindaco di Palermo cosa cambia nella sostanza del tempo che è trascorso e del precipizio in cui oggi si trova la nostra città. La conoscenza della Verità certo, troppo ovvio da dire. Ma la verità a cosa serve? L'unica cosa che emerge chiaramente da questa vicenda è che la Giustizia ha un senso e una funzione sociale, se è commisurata ai tempi e all'efficacia della propria azione sanzionatoria. Cosa cambia alle migliaia di attività commerciali chiuse negli ultimi anni, alle migliaia di disoccupati, alle scuole pubbliche che cadono a pezzi, alle strutture sportive inagibili e devastate, al polo fieristico della Fiera del Mediterraneo in totale stato di abbandono e quotidianamente vandalizzato, all'immondizia in ogni angolo delle nostre strade, al trasporto pubblico praticamente inesistente, alle famiglie private di qualsiasi spazio di vita pubblico in cui portare i propri figli, ecc. ecc. Cosa cambia sapere che Diego Cammarate, "forse" non doveva fare il sindaco nel suo secondo quinquennio? Nulla. La vicenda ormai in realtà riguarda solo i diretti interessati, un sistema come quello politico che continua inesorabilmente a parlare di se solo in una visione auto celebrativa o peggio auto-distruttiva, un sistema ormai totalmente scollato e distante dalla propria intrinseca funzione: il ben comune, la gestione del "di tutti" e non del se stessa.