La rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica Italiana, sta conoscendo in queste ore numerose interpretazioni e declinazioni, per la maggior parte rivolte a iconizzare “ un salvatore della patria”, cosa che in questo momento storico probabilmente corrisponde a verità. Atto di responsabilità, serietà, senso delle istituzioni, unità nazionale, garanzia democratica, ecc. ecc. Di un aspetto però nessuno parla. La rielezione di Napolitano sancisce inequivocabilmente, per quanto paura possa fare, il fallimento della politica e dei relativi partiti che ci rappresentano in parlamento. Non solo un fallimento del Partito democratico, ma un fallimento ben più generalizzato, quello di prospettiva e di cambiamento. Abbiamo in questi giorni assistito al palesamento di tutti limiti del nostro sistema democratico, un Parlamento incapace di determinare un nuovo corso per la nostra storia repubblicana, partiti e leader politici ancorati e trincerati nelle proprie beghe di bottega. Emerge chiaramente l' incapacità manifesta di visione e prospettiva, di rinnovamento e di coraggio politico. La parola più usata nell'ultimo mese è stata responsabilità, ma c'è da chiedersi a quale responsabilità si ci riferisse. La responsabilità porta con se il peso di fare un passo indietro per permettere a un interesse ben più ampio, di quello personale o dei propri cari amici, di farne uno ben più grande in avanti.
Giorgio Napolitano è un uomo eccelso che ha dimostrato nel suo ultimo settennato di essere il presidente di tutti, ma con la sua rielezione, che difficilmente arriverà a compimento settennale, il paese perde una grande occasione, quella imprescindibile e fondamentale di rinnovarsi. La politica parlamentare non è stata capace di compiere un importante momento di sintesi restando chiusa nelle proprie divisioni e posizioni dallo spiccato “sapore” di strumentalità. Nuovi e vecchi politici seduti tra i banchi dei grandi elettori del Presidente della Repubblica, hanno fallito, questo è il vero dato. Nessuno di essi è riuscito o ha voluto proporre un percorso realmente fuori dagli schemi, capace di dare un importante segnale al paese e all'intera comunità internazionale. Oggi è certo che l'Italia non cambia pagina, non si proietta verso una vera terza repubblica, lasciando, almeno per il momento, il paese al palo con in propri gravissimi problemi e dopo due mesi dal voto ancora senza un governo.
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