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Trattativa stato-mafia: udienza rinviata al 15 novembre. Nove le richieste di costituzione Parte civile

Rinviata al prossimo 15 novembre l'udienza preliminare per il processo sulla Stato-mafia presieduta dal Gup Piergiorgio Morosini.

Tra i presenti nell'aula bunker del carcere Pagliarelli, l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino e Massimo Ciancimino, tra i dodici imputati assieme ai boss mafiosi Leoluca Bagarella, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Antonino Cinà e Giovanni Brusca, ai politici: Calogero Mannino e Marcello Dell'Utri, i generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni e l'ex colonnello Giuseppe De Donno e ancora il generale Mario Mori, il generale Antonio Subranni, il senatore Pdl Marcello Dell'Utri.

I boss Bagarella, Riina e Cinà erano collegati in videoconferenza

Mancino risponde di falsa testimonianza, mentre Ciancimino, oltre che della trattativa, è accusato anche di concorso in associazione mafiosa e calunnia aggravata.

Il Gup Morosini ha dato atto dell'istanza di ricusazione a suo carico presentata nei giorni scorsi da De Donno e su cui dovrà decidere tra un paio di settimane la Corte D'Appello.

Una trentina di attivisti tra il "Popolo delle Agende rosse" , il comitato Cittadinanza per la magistratura e l'associazione Vigliena, hanno sta manifestato davanti all'aula bunker ed esibito alcuni striscioni con scritto "Lo Stato deviato non fermerà la verità".

Aula chiusa al pubblico. Tutti fuori, giornalisti compresi, ma come ha detto lo stesso giudice Morosini, si sono soltanto rispettate le regole e non è detto che le cose non cambino in futuro.

Nove le richieste di costituzione di parte civile presentate: Governo, il Comune di Palermo, le Agende rosse di Salvatore Borsellino, Rifondazione Comunista, Salvatore Borsellino anche in quanto fratello del magistrato ucciso, il Centro Pio La Torre, la famiglia di Salvo Lima contro il boss Bernardo Provenzano, il sottosegretario Gianni De Gennaro contro Massimo Ciancimino e il sindacato Polizia Coisp.

Chiederanno di costituirsi parte civile anche Vincenzo Agostino e la moglie Augusta Schiera, i genitori di Antonino, l'agente ucciso dalla mafia il 5 agosto 1989, con la moglie Ida Castellucci, al quinto mese di gravidanza.

"Le costituzioni di parte civile non si chiudono qui – ha detto Salvatore Borsellino –  C'è anche il comune di Firenze che ha deliberato la decisione in consiglio e che per problemi burocratici non ha potuto formalizzare la richiesta ma lo farà alla prossima udienza. Siamo ad un punto di arrivo, lo Stato che protesta se stesso o comunque contro un'altra parte di Stato. C'è un macigno messo dalla Presidenza della Repubblica sulla strada di questo processo – continua Borsellino – e questo non me lo sarei mai aspettato dalla più alta Istituzione del nostro paese. Al contrario ci saremmo aspettati uno spianare la via. Spero che questo ostacolo possa venire superato. E che il Presidente si decida a rendere pubbliche quelle intercettazione che lasciano ombre di dubbio sulle parole che avrebbe potuto scambiare con Mancino. Un ombra che dovrebbe essere tolta".

"E' solo l'inizio – ha detto il pm Antonio Ingroia – la Procura ha acquisito una serie di elementi che ritiene sufficienti per iniziare un processo. Il Giudice dovrà decidere nel massimo della serenità. Oggi è un'emozione – ha aggiunto – perché è l'inizio di un processo importante e sono gli ultimi giorni, forse l'ultima udienza da procuratore aggiunto a Palermo. Dal Guatemala, senza fare passi indietro, anzi forse in avanti, potrò contribuire affiche cresca un movimento per la legalità e per la giustizia sulla stagione più buia della nostra storia". Con Ingroia, nel pool sulla Trattativa stato-mafia, anche i sostituti Nino Di Matteo, Lia Sava, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia inserito lo scorso mese.

"E' andata come era prevedibile" ha detto l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino lasciando l'aula bunker dopo la prima udienza preliminare. "Questo è un processo che può essere frazionato in più parti -ha detto ancora Mancino- c'è una parte che sembra non interessare neppure i giornalisti che fanno le interviste per l'atto di violenza nei confronti dello Stato".

Rimaniamo in attesa dunque, per quella che si prevede già che sarà un' udienza preliminare molto lunga. Appuntamento il 15 novembre, questa volta all'Ucciardone.

 

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