Credo che sia arrivato il momento di fare un passo in avanti rispetto al nostro progetto #seitulamiacittà, che non a caso chiamo nostro. Io non posso che ringraziare tutti delle lusinghiere parole spese nei miei confronti all'interno del gruppo facebook "mi candido al consiglio comunale di Palermo. Vorrei la tua opinione", i messaggi, le telefonate gli incontri e tutto il resto. Non si può negare che incoraggiano e fanno un enorme piacere. Ma il mio intento è molto oltre che personalistico. Sei tu la mia città non è solo uno slogan, magari ben riuscito, ma realmente una modalità di pensiero e intenti. L'ho scelto perché proprio leggendolo è, di rimbalzo, indirizzabile ad ognuno di noi. Se ognuno di noi diventa la città dell'altro ecco che tutti noi siamo la città che viviamo e che vorremmo. Alcuni mi hanno anche voluto esprimere il loro pensiero dicendomi: "uno come te è sprecato al Consiglio Comunale". Preso il complimento, voglio però precisare che è proprio questo il punto. Andare all'interno del Consiglio Comunale di una città come Palermo sarebbe un onore e un privilegio immenso. Ammesso che ne avessi le possibilità, non mi interessa andare a ricoprire poltrone considerate più blasonate, come quelle della deputazione regionale o nazionale. Io voglio occuparmi della mia città, della nostra Palermo iniziando da quelle che sono considerate "piccole cose" ma che in realtà potrebbero ridarci una qualità della vita quotidiana migliore. Igiene urbana, determinazione di regole certe e strumenti reali per farle rispettare, trasporto pubblico, risparmio energetico, dignità e decoro delle istituzioni, oltre ad esempio potere avere dei veri parchi pubblici dove poter portare i nostri figli o trascorrere qualche ora all'aria aperta, posteggi reali, piste ciclabili che non finiscano su pali o para-pedonali. Ed oltre a tutto ciò, potere anche dare un contributo che riguardi una visione prospettica e progettuale per il futuro di Palermo.
Ma il nostro obbiettivo non dovrà essere "solo" quello di eleggere "l'amico stimato" Ugo Piazza, ma sopratutto quello di riqualificare il più possibile il nostro Consiglio Comunale. Convincere più persone, diligenti, serie e inequivocabili a candidarsi. Non ci deve interessare in quale partito o con chi, ma che ci siano comunque. Sui banchi della maggioranza così come dell'opposizione credo che ognuno di noi abbia o debba ritrovare la consapevolezza e il diritto di avere rappresentanti disposti a rendere un servizio reale per la città. Per come è ridotta Palermo, non dobbiamo cercare "geni" o "statisti" (altrimenti non mi sarei proposto io...) ma persone che usino, nell'amministrare la cosa pubblica, la più "banale" ma preziosa e persa diligenza del buon padre/madre di famiglia. Persone che ne sentano a pieno la responsabilità morale e che facciano della tutela della propria dignità, lo scudo per la dignità dell'intera città. In questi giorni, sto parlando, e chi legge lo sa, con molti amici che stimo, sopratutto quelli di posizioni e pensieri non vicine alle mie, cercando di convincerli a candidarsi, ad offrirsi alla città.
Il nostro obiettivo deve essere quello di generare un sentimento nuovo, che possa portare un reale cambiamento culturale nel metodo di fare politica e di scegliere i candidati che essa devono esplicitare. La democrazia è uno strumento, ma questa deve smettere di essere ostaggio del compromesso e della clientela, sia al momento della scelta dei candidati e sopratutto dopo, quando la maggior parte degli eletti risponde solo a logiche clientelari ed ad interessi particolari.
Io sono il primo ad offrirmi, spero meritatamente, lo devo a me stesso e alla mia generazione e al figlio di 11 anni che cresce rapidamente.
Ora bisognerà fare scelte importanti, che non potranno soddisfare tutti ma che comunque ci dovranno tenere uniti nel progetto comune. La prima certamente valutare a quale candidato sindaco dovremo dare il nostro sostegno, a quale programma di governo della città partecipare e contribuire. Ma tra poco ognuno di voi dovrà decidere se assumersi il reale impegno di crederci e fare fino in fondo la propria parte. Ognuno di noi dovrà essere voce e cultura di quello che vorremmo realizzare. Se sarò io il nostro candidato avrò bisogno di ognuno di voi perché saranno i voti a determinare il successo di una possibile elezione. Per fortuna in democrazia ancora funziona così.
È il nostro momento, il momento in cui la nostra voce appaia chiara, causale di comportamenti determinati e intransigenti rispetto a ciò che andrà fatto. Siamo noi la nostra città... CAMBIAMOLA.