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Agenzia di Stampa Italpress
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Morire per un ideale? Ce lo insegna la storia.

itQuando accadono certi fatti, quando le persone muoiono per un ideale, giusto o sbagliato che sia, non muoiono mai invano. Ma esiste un ideale che valga una vita? Non lo sappiamo, ma ciò che sappiamo, invece, è che il libero arbitrio, la facoltà di potere scegliere sempre, ci rende liberi. Oggi, uno dei leader dei No Tav, Luca Abbà, 37 anni, è precipitato dai venti metri di un pilone.Vi era salito per protestare contro la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità che nessuno vuole, che costa tantissimo, e che rappresenta solo una scelta politica. Oggi, in 36 diverse città italiane, ci sono state proteste e picchetti davanti a sedi istituzionali, in appoggio alla causa dei No Tav. Oggi, Luca Abbà lotta tra la vita e la morte, è stato folgorato, e poco importa come sia successo, ma non sarebbe dovuto succedere. Tutti gli abitanti della Val di Susa ed i loro simpatizzanti combattono contro uno sperpero di denaro pubblico, come avrebbero dovuto combattere gli abitanti di Priolo Gargallo, quando l'allora Enichem costruì il petrolchimico. A Priolo nascono bambini deformi, nascono pesci con anomalie genetiche e l'aria è irrespirabile. Ma ciò che deve fare riflettere è il fatto che quando si protesta in un Paese intero, per un motivo o per un altro, quando c'è un malcontento diffuso, quando monta la rabbia e soffiano venti di rivolta, la situazione rischia di sfuggire di mano. Il Governo centrale finge di ignorare e minimizza, alcuni dati forniti dai media sono assolutamente inattendibili e manipolati, e la gente.....la gente si sta accorgendo dell'indifferenza. Non sappiamo quante persone manifesteranno a Palermo martedì 6 marzo, ma quel che è certo è che sarà una grossa manifestazione. I Forconi, Forza d'Urto, i pescatori, gli autotrasportatori, gli studenti, e molte altre categorie si stanno organizzando per quello che sembrerebbe un nuovo assalto alla Bastiglia, che in questo caso sarebbe la sede della Regione Siciliana, Palazzo dei Normanni. In un comunicato ufficiale è stato consigliato ai negozianti di Palermo di abbassare le saracinesche per qualche ora, in segno di adesione alle ragioni dei manifestanti. I toni saranno più alti, "non sarà una passeggiata" ha annunciato il leader dei Forconi, Mariano Ferro, e ascoltando gli animi della gente che lo attornia, dobbiamo credergli. Gente stanca, con l'acqua alla gola, sommersa dai debiti, senza futuro. Intanto, altre nubi oscure si addensano sul cielo palermitano: è ormai una notizia che entro marzo sia l'Amia che la Gesip potrebbero fallire. Altro malcontento, altra gente senza lavoro, altre proteste. Attenzione, dunque. La posta in gioco è alta, è in ballo il futuro di tutti, dell'Italia e del suo popolo e la storia insegna che col popolo non si scherza. Mai.