Non sempre volere è potere. E a dimostrarlo, ancora una volta, l'aumento dell'Imu (l'imposta municipale sugli immobili) approvato ieri dal Consiglio comunale di Palermo. Scelta che il sindaco Orlando aveva più volte ribadito, in campagna elettorale e dopo, di non voler prendere.
Ma "c'è crisi" e ormai tutto ogni cosa deve fare i conti con la spending review che ha portato per le casse del Comune di Palermo un taglio di circa 23 milioni di euro. L'aumento dell'Imu di certo non risolverebbe la situazione, perché permetterebbe di recuperare – ha spiegato l'assessore al Bilancio Luciano Abbonato – metà della somma.
La proposta di approvazione dell'atto ieri è stata presentata al Consiglio comunale che alla fine l'ha approvata nonostante gli annunci del Pdl di battaglie a colpi di emendamenti per evitare che l'atto venisse deliberato.
L'aumento prevede un maggiorazione dei coefficienti dal 9,6 al 10,6 per mille.
Una seduta movimentata quella di ieri, andata avanti tra lunghi e aspri dibattitti sul tema e che ha visto anche una spaccatura all'interno dell'Idv. Alberto Mangano, Luisa Lacolla e il vicepresidente vicario Spallitta, si sono astenuti e discostati dalla scelta del partito.
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Non sempre volere è potere. E a dimostrarlo, ancora una volta, l’aumento dell’Imu (l’imposta municipale sugli immobili) approvato ieri dal Consiglio comunale di Palermo. Scelta che il sindaco Orlando aveva più volte ribadito, in campagna elettorale e dopo, di non voler prendere. Ma “c’è crisi” e ormai tutto ogni cosa deve fare i conti con la spending review che ha portato per le casse del Comune di Palermo un taglio di circa 23 milioni di euro. L’aumento dell’Imu di certo non risolverebbe la situazione, perché permetterebbe di recuperare – ha spiegato l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato – metà della somma.
La proposta di approvazione dell’atto ieri è stata presentata al Consiglio comunale che alla fine l’ha approvata nonostante gli annunci del Pdl di battaglie a colpi di emendamenti per evitare che l’atto venisse deliberato.
L’aumento prevede un maggiorazione dei coefficienti dal 9,6 al 10,6 per mille.
Una seduta, movimentata quella di ieri, andata avanti tra lunghi e aspri dibattitti sul tema e che ha visto anche una spaccatura all’interno dell’Idv. Alberto Mangano, Luisa Lacolla e il vicepresidente vicario Spallitta, si sono astenuti e discostati dalla scelta del partito.
Commenti
Il voto è un nostro diritto, se non finiremo di piangerci addosso,
le cose non prenderanno una piega diversa.
Con i nuovi volti e i nuovi movimenti possiamo, forse, riprenderci in mano quella democrazia per cui tante persone sono morte per farcela "gustare": bisogna solo crederci.