Il mistero delle “Due dozzine di rose scarlatte”

 

Continuano le repliche al teatro Al Massimo della commedia "Due dozzine di rose scarlatte" di Aldo De Benedetti.

E' un ardire parlare dell'interpretazione di Paola Gassman, mostro  sacro del teatro, e non solo per la grande bravura ma anche per l'eleganza  ostentata con naturale consapevolezza. Il personaggio è quel fascio di rose rosse  intorno al quale si muovono una moglie, un marito  e l'altro.

Intrigante lo svolgere della trama sin dalle battute iniziali .Un marito pregusta il piacere, non previsto, della libertà avendo la moglie deciso di fare una vacanza. Al rientro a casa  la donna trova un fascio di rose ordinate dal marito  ma destinate a una sconosciuta. Non volendo firmare il biglietto con il suo nome si firma "Mistero"  e iniziano i colpi di scena e gli equivoci tipici della commedia borghese.

Ritenendo la moglie  essere lei la destinataria delle rose  si innamora del fantomatico "Mistero" con il quale intreccia un fitto rapporto epistolare d'amorosi sensi. mai immaginando che sia il marito il suo sconosciuto Mistero.

Leggero il testo disinvolta l'interpretazione di Paola Gassman e di  Pietro Longhi per la regia di Maurizio Panici.

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