Politica Regionale, dove è finito il “sistema Sicilia”

 

Giuseppe Lupo PD SiciliaE' bufera nella sinistra siciliana. All'indomani delle elezioni regionali, che videro vincitore Rosario Crocetta appoggiato dal Partito Democratico, dall' UdC e dal movimento il Megafono, l'equilibrio politico raggiunto sull'isola, compreso il rapporto “costruttivo” con il movimento 5 Stelle, fu portato a emblema di serenità e comunione di intenti per l'intero panorama politico nazionale, che in quei mesi si accingeva alle elezioni politiche. Cosa è rimasto di tutto ciò? Ammesso che sia mai stato realmente tale. Il movimento 5 Stelle è chiuso in se stesso impegnato nell'espulsione dei dissidenti e nella conta degli scontrini del bar per evitare che le rendicontazioni dei propri parlamentari non siano trasparenti. Il Megafono governato da un ex PD d'eccellenza, Beppe Lumia, fa strada a se formando propri gruppi parlamentari e consiliari in beffa del progetto iniziale che lo avrebbe voluto, come lista civetta per raccogliere voti, costola del Partito Democratico. Il PD che avrebbe dovuto, a sentir loro, dettare l'agenda di crocetta ormai non sa più quale pennacchio innalzare per far comprendere al Governatore che è necessaria una ridefinizione degli equilibri politici. Non è difficile comprende che il messaggio è riferito ad avere più posti nella giunta di governo. Il primo a tuonare fu Antonello Cracolici, in cui proprio con una dichiarazione al nostro portale disse “ il partito democratico in Sicilia, se esiste è il caso che batta un colpo” poi seguirono Faraone e Marziano che posero tra le tante questioni proprio quella del rapporto tra la maggioranza parlamentare e l'azione di governa di Crocetta. Fuoco che non accenna a spegnersi e in queste ore a “ruggire” è un altro esponente giurassico del PD siciliano l'ennese Mirello Crisafulli, non candidato dal partito alle ultime politiche. L'attacco non è indirizzato al presidente della regione almeno frontalmente, Crisafulli, con una lettera/ricorso al Comitato di Garanzia del PD, chiede lo “spegnimento” del Megafono di Lumia, dichiarando apertamente: “Il Megafono è mutato, rispetto a qualche mese fa. È qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che era quando è nato. Ha anche scopi differenti che non coincidono con quelli della “casa madre” del Pd. “In molte realtà locali, continua Crisafulli, il Megafono è ormai un antagonista del Pd. Ha gruppi consiliari propri, non condivide col partito le linee politiche. Ormai è un'altra cosa. Un'altra cosa. Rispetto a quando nacque, come “costola” del partito democratico” Ma perchè un'altra cosa? Rispetto a che? Ci sarebbe da chiedersi. La risposta la si intuisce dalla stessa missiva di Crisafulli “Il Megafono fu creato, in accordo con l'allora segretario Pierluigi Bersani, con lo scopo di allargare la base del Pd. ( in altri tempi si chiamavano liste civetta...) Ma oggi è evidente che ha scelto un'altra strada, presentando, ad esempio, alle elezioni amministrative della provincia di Enna candidati antagonisti al Pd”.

Oltre a quanto detto da Crisafulli, vale la pena ricordare che il megafono fu anche utile per far ricandidare Lumia che per norma statutaria del PD non era più ricandidabile avendo superato le 4 legislature. Su una vicenda che di ora in ora assume contorni sempre più polemici tra botte e risposte dei diretti interessati, resta su tutto un problema fondamentale che non sembra interessare più di tanto. Sviluppo, crescita, e lavoro per i Siciliani..... ma del resto si sa... si fa politica per gli interessi di palazzo e non per quelli legittimi dei cittadini... così è la vita...