A primo acchito potrebbe sembrare che da quel marciapiede sia passato uno tsunami che ne abbia cambiato la forma. Niente di tutto ciò. Chiedo ai negozianti che ce l'hanno di fronte. Unanimi mi rispondono: è stato costruito così, è un abbellimento. A parte il fatto che vorremmo capire cosa ci sia di bello e cosa di artistico in un marciapiede "ondulato", non essendo critici d'arte e non avendo alcuna vena artistica, ci limitiamo in questo articolo ad evidenziare solo l'aspetto prettamente pratico di quello che non si capisce se è un porta piante, un passaggio pedonale o la rappresentazione del mare in città. E poi il monumento centrale della piazza: la rappresentazione del simbolo del rotary visto dall'alto, un marciapiede (ciò almeno sembrerebbe) in pendenza, scomodo da calpestare, un prato, una statua dal senso poco comprensibile. Ma esaminiamo punto per punto e partiamo dall'inizio.
Piazza Tosti 2005, zona malaspina: l'enorme spazio lasciato da vecchie case abbattute, deve essere riproporzionato. Il Rotary club dona al Comune di Palermo una statua. In pochi sanno cosa significhi quel mappamondo girevole conficcato nel prato, dal quale si eleva un braccio che tiene a sua volta un'altra sfera. Attorno un prato, non una pianta o un albero o un fiore. Quintali di cemento armato per raffigurare il simbolo del rotary dall'alto, quindi visibile solo da aerei, da elicotteri e dai balconi degli ulti piani dei palazzi attorno a piazza Tosti. L'opera d'arte termina con quello che sembrerebbe un marciapiedi. Ma in pendenza, dai colori sgargianti, buoni per il Rotary, un po' meno per una piazza: blu elettrico con quadrati giallo limone.
Mettendo da parte ancora una volta l'estetica e il gusto davvero originale di chi ha progettato tutto ciò, ci chiediamo come sia possibile che qualcuno abbia avuto il coraggio di dare i permessi per fare costruire una cosa simile. Vada per la statua, vada per l'erba, ma quel marciapiede (?) inutile e pericoloso no. Provate a camminarci sopra. Avrete la sensazione di essere risucchiati verso la strada. E qualcuno in passato non ha solo avuto la sensazione di cadere, è proprio caduto. Per fortuna fino ad oggi nulla di grave. Naturalmente si guardano bene a passare da lì gli anziani, i diversamente abili su una carrozzina, i papà e le mamme con il passeggino.
Attraversando la strada vorremmo lasciarci quello scempio alle spalle, ma non è così.
La storia racconta che qualche mese dopo alcuni operai siano stati mandati a costruire un altro marciapiede. Nasce così il marciapiede "ondulato", a completare il tragitto impervio di chi desidera solo attraversare una strada, tra l'altro piuttosto pericolosa per l'intenso traffico diurno e per la velocità delle auto a tarda sera e di notte. Inutile dire che anche questa fantasia di colui che l'ha realizzata è assolutamente impraticabile. Chi ci passa sopra rischia di farsi male seriamente, soprattutto col buio della notte.
Come se non bastasse ci pensano i cittadini ad aumentare le difficoltà. Auto in sosta sulle strisce pedonali impediscono l'attraversamento regolare dei pedoni, moto posteggiate selvaggiamente una accanto all'altra, nell'adiacente via Casella confinante con la piazza, sono da ostacolo a chi vorrebbe scendere dallo tsunami, ops, dal marciapiede.
E la villetta realizzata tra la rotatoria e l'incrocio con via Arrigo Boito, che era la vera nota lieta di tutto quel lavoro inutile, oggi è in stato di abbandono. Panchine di cemento annerite dal tempo, aiuole sporche e piene di escrementi di animali e zanzare. Priva di sorveglianza e con scarsa illuminazione, la notte diventa luogo di scorribande e di "cattivi incontri".
Piazza Tosti più che una piazza possiamo oggi meglio definirla come un percorso ad ostacoli. Chi l'ha progettata ha pensato più a realizzare un'opera d'arte, fregandosene letteralmente dei pedoni, dei diversamente abili, degli anziani e del traffico che, complici le segnaletiche da rivedere, le strettoie e i troppi incroci della rotonda, impazza alle ore di punta.