Non può che saltare all'occhio l'assenza di Palermo nel Piano Città stilato dal governo nazionale, per rigenerare 28 aree urbane degradate in tutta Italia. Tra le 457 proproste d'intervento arrivate al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Corrado Passera, solo 2 venivano dal capoluogo siciliano, e né l'una né l'altra sono state scelte per usufruire di una parte dei 4.4 miliardi di euro complessivi messi a disposizione nel giugno scorso dal primo decreto Sviluppo voluto da Monti.

La Sicilia è presente nella lista approvata dalla cabina di regia romana con due progetti, uno a Catania per la riqualificazione del quartiere Librino con un finanziamento di 73.7 milioni, il secondo in provincia di Trapani a Erice per l'intervento di recupero a Casa Santa con un valore di 64.9 milioni.

A Palermo, nelle intenzioni dell'amministrazione, le due aree da riqualificare sarebbero state a Brancaccio e all'Albergheria; nel primo caso l'impegno di spesa ammontava a 230 milioni (per intervenire su scuole, costruire un'autostazione, riqualificare le strutture di via Tiro a segno e per "opere di infrastrutturazione al centro commerciale Forum"), quasi 13 milioni invece servivano per realizzare il secondo progetto (per implementare le reti tecnologiche, restaurare le pavimentazioni storiche oltre a ristrutturare una scuola).

Però non ci sarà nulla di tutto ciò, almeno non nell'immediato. "Abbiamo fatto il possibile, ma i quattro mesi intercorsi fra l'insediamento dell'amministrazione e la scadenza del bando erano davvero troppo pochi per poter arrivare a presentare progetti esecutivi – giustifica Agata Bazzi, assessore comunale al Territorio, per conto della giunta guidata da Leoluca Orlando - Resta comunque l'importante risultato di aver ripreso un lavoro di progettazione e di dialogo con i mondi vitali e produttivi, che ci permetteranno di essere pronti per la prossima scadenza del bando ad ottobre".

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