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Nozioni antisismiche. A Palermo ed in Sicilia sono sconosciute.

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E' proprio vero, facciamo tutti gli scongiuri del caso, ma dobbiamo sperare che qui la terra non tremi mai. Sembra incredibile, ma nonostante una rigidissima normativa europea vigente in materia di costruzioni antisismiche, la Sicilia e Palermo sembrano ferme nella preistoria.

Eppure la Sicilia è una delle regioni italiane a più alto rischio sismico, ma questo non basta, non invoglia a migliorare le cose ed a garantire la sicurezza. Basterebbe analizzare gli edifici dei centri storici siciliani per rabbrividire, ed il dato è ancora più sconcertante se parliamo di edifici pubblici. Quante scuole, quanti uffici, quanti ospedali in Sicilia sono costruiti secondo le normative vigenti in materia antisismica? Vorremmo saperlo.

Proprio per questo Palermoreport ha promosso una nuova inchiesta, dove quest'introduzione rappresenta la premessa. I dati che vi forniremo sono sconcertanti e molto, molto preoccupanti. I terremoti non si possono prevedere, è vero, ma la storia insegna e la periodicità degli eventi tellurici è un dato certo. Le stime?  Bhè, non c'è da stare allegri, ed i nostri amministratori continuano a dormire e rimandare al mittente i miliardi di euro messi a disposizione dall'Europa. Complimenti!!!

Commenti  

 
#1 RE: Nozioni antisismiche. A Palermo ed in Sicilia sono sconosciute.Pietro Bolenares 2012-04-13 20:20
Invece di sperare sempre nella “buona stella” e tenendo conto che non è il terremoto ad essere “cattivo”, mentre – e non raramente – lo sono (costruttivamen te o per ignavia e/o scarsa attenzione) gli edifici, occorrerebbe sempre essere preparati all’evento sismico. Personalmente, do alcuni “suggerimenti” (non originalissimi, peraltro):

1) ottemperare (non sempre avviene per scarsa o nulla vigilanza) all’obbligo di legge della costituzione dei condominii quando un edificio superi le quattro unità abitative;
2) ricordare sempre agli amministratori dei condominii che fra i loro obblighi c’è anche quello della conservazione delle parti comuni (anche le strutture portanti, dunque);
3) non eseguire ristrutturazion i abusive e affidandosi all’empirismo di taluni “masti muratori” che idolatrano il “ferro a T” (putrella) senza preoccuparsi più di tanto se esso appoggi… sul nulla!
4) istituire, per legge, il cosiddetto “libretto di fabbricato” in cui siano riportate “vita, morte e miracoli” del fabbricato stesso (solo il Comune di Roma, per quanto ne so io, ha tentato qualche anno fa di introdurlo, ma poi – le solite “lobbies del cemento”? – non se n’è fatto più nulla).

P.S. Probabilmente è ignoto ai più che l’indice di sismicità di Palermo è uguale a quello de L’Aquila e che non pochi sono stati i terremoti – di cui si ha notizia dal VI secolo in poi – che hanno provocato lutti e danni ingenti, soprattutto nelle zone alluvionali degli ex alvei (ora quasi totalmente antropizzati) dei torrenti Papireto e Kemonia (si rimanda, a tal proposito, agli effetti del “recente” sisma del settembre 2002).
 

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