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Lo scempio di Pizzo Sella: confische revocate. Tante le domande in attesa delle motivazioni.

Pizzo Sella, la collina del disonore. Revocata la confisca delle villeLa Cassazione ha deciso, rigettando i ricorsi del Comune e della Procura generale di Palermo. Le ville costruite abusivamente su Pizzo Sella, non a caso detta la Collina del disonore, tornano ai privati. La confisca è stata definitivamente revocata.

La lottizzazione di Pizzo Sella fu definita dai carabinieri che nel '98 apposero i sigilli a 314 immobili e a sei lotti di terreno "Una colossale speculazione immobiliare, che nasconde un'imponente operazione di riciclaggio di Cosa Nostra". Insieme alle ville furono stati sequestrati immobili e capitali di 17 società per un valore complessivo di 450 miliardi.

La storia di Pizzo Sella comincia nel 1978, anno in cui, il Comune di Palermo, rilasciò le concessioni edilizie alla Sicilcalce Spa per la costruzione degli immobili, senza alcuna autorizzazione e le ville di conseguenza furono costruite fuori da ogni norma di legge e in maniera del tutto illegale. Titolare della Sicilcalce Spa era la signora Rosa Greco, sorella del boss Michele Greco. E con Rosa Greco, ad interessarsi della realizzazione delle case c'è il marito, il costruttore Andrea Notaro. 170 furono le abitazioni costruite.

Il primo rapporto dell'Arma dei carabinieri del gennaio 1984, fece emergere una situazione allarmante. Che non aveva a che fare dunque solo con l'abusivismo edilizio. I reati configurati andavano dalla corruzione all'abuso d'ufficio e coinvolsero (con condanne confermate) l'allora assessore all'Urbanistica Salvatore Mantione, Andrea Notaro (marito di Rosa Geco), il progettista Cancila e due funzionari del Comune di Palermo, Francesco Feo e Antonino Rizzuto. Un secondo processo, che si apre contestualmente, coinvolge il gruppo Ferruzzi, che nel 1983 rilevò le ville si aggiudica i lavori. A  Lorenzo Panzavolta, manager del gruppo Ferruzzi, verrannoi inflitti 10 mesi di reclusione. Nel '97 vengono giudicati sanabili gli abusi in verde agricolo, tranne quelli di Pizzo Sella in cui è stata compiuta una "colossale speculazione".

Nel dicembre del 2001 , la Cassazione con unica sentenza , aveva deciso la confisca delle ville, la demolizione e la rimozione delle macerie e restituzione del verde montano. Sentenza non ottemperata, ma per la legge prevede in questi casi che l'amministrazione comunale tocchi solo da un'ammenda. L'unica parte delle sentenza, andata in porto (e solo in parte, ndr) è quella relativa alla confisca. Una storia lunga quasi 30 anni e che oggi si conclude con la restituzione ai privati di queste ville, abusive e acquistate in modo illecito, seppur, ad onor del vero, i proprietari avessero in mano le concessioni apparentemente autentiche e quindi abbiano sempre dichiarato di essere in totale "buona fede" . Ci spieghiamo meglio: le concessioni erano illegali e quindi anche l'acquisto. I fatti sono questi, sulla buona fede noi non entriamo nel merito e non è comunque il nostro compito.

Una storia lunga quasi 30 anni dicevamo, con l'acquisizione, lenta, degli immobili e gli "inviti ai proprietari, ad andare via e in concomitanza la decisione del Comune di una piccola modifica al piano regolatore, giusto per venire incontro ai 67 proprietari in "buona fede", che abitavano le ville: abbattere solo gli scheletri e le case disabitate . I residenti hanno in seguito ottenuto la revoca della confisca hanno acquistato le ville negli anni Novanta dall' impresa Poggio Mondello srl. Nel 2008 è arrivata la notifica da parte del Comune delle ordinanze di sgombero.

Storia chiusa. Ma con più di un grosso punto interrogativo. Nel decreto del 13 marzo 2002 "Approvazione del piano regolatore generale con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio del comune di Palermo" Pizzo Sella è individuata come zona collinare E2, ovvero verde montano e cioè :"parti di territorio prevalentemente collinari, caratterizzate da una prevalente vegetazione di tipo spontaneo il cui integrale mantenimento è ritenuto essenziale per la salvaguardia idrogeologica e paesistica del territorio comunale". Nel piano regolatore si legge ancora "Per tali zone E2 si prescrive la verifica da parte del comune sulla situazione amministrativa di tali agglomerati, al fine di conoscere la legittimità delle singole costruzioni e/o l'avvenuta sanatoria delle stesse o la concreta ammissibilità alla sanatoria medesima. Dopo tale verifica il comune potrà determinarsi in ordine alla individuazione degli ambiti da sottoporre a pianificazione particolareggiata che preveda tra l'altro la riqualificazione paesaggistica e ambientale, così da distinguere le aree effettivamente agricole dalle altre che non lo sono più. Nelle more della verifica suddetta e della eventuale redazione dei piani particolareggiati sono ammessi soltanto interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria". Inoltre sil legge "per quanto riguarda la zona collinare E2 denominata "Pizzo Sella"...si conferma la prescrizione generale enunciata in premessa a proposito della fattispecie della demolizione di edifici in area di destinazione pubblica, e si rinvia alla notoria sentenza della Corte di cassazione di recente emanata, per gli adempimenti da adottarsi da parte del comune nei confronti degli edifici realizzati in detta zona".

Detto ciò, in base a cosa la Cassazione ha emanato sentenza di deconfisca delle ville? Attendiamo le motivazioni. E chi dovrà risarcire il danno provocato al paesaggio naturale di Pizzo Sella? E ancora, a quanto ammonta il pagamento dell' indennità di occupazione dell'immobile, che i residenti devono versare al Comune di Palermo, trattandosi, in seguito alla sentenza del 2001, di occupazione abusiva?

 

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