News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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L'inchiesta aperta al Policlinico. La direzione sanitaria: ''valuteremo errori ed eventuali nessi con la morte della donna''

Come aveva già anticipato a Palermo Report ieri, il direttore sanitario del Policlinico Paolo Giaccone Claudio Scaglione, ha raccolto la documentazione ufficiale relativa a Maria Di Benedetto, la donna di 48 anni, maestra e madre di 4 bimbi, morta la scorsa settimana e in seguito al cui decesso il marito ha deciso di presentare un esposto in Procura.

"La direzione aziendale dell'AOUP Giaccone – si legge in una nota – nell'esprimere il proprio cordoglio ai familiari per la recente scomparsa della paziente, ritiene opportuno evidenziare quanto segue. L'intervento chirurgico, condotto da una equipe chirurgica multidisciplinare costituita da chirurghi oncologi e ginecologici, rivelò un quadro di estensione della patologia neoplastica esteso a numerosi organi addominali, con diffusioni metastatiche multiple, tanto da comportare la rimozione di diversi organi interni.

Nella denuncia in questione si ipotizza un errore diagnostico - continuano -  relativo alla sede di origine del carcinoma di tipo mucinoso dal quale era affetta la paziente, e si sostiene che una corretta diagnosi istopatologica dell'origine del tumore mucinoso, avrebbe consentito un diverso approccio terapeutico nella successiva fase di chemioterapia, con conseguente maggiore possibilità di sopravvivenza. Al riguardo è stata disposta un'indagine interna, attualmente in corso, le cui conclusioni, se ritenute utili, saranno messe a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, cui spetta il compito di accertare l'eventuale sussistenza di un errore sanitario, il danno eventualmente patito e l'eventuale nesso di causalità tra l'asserito errore ed il decesso della paziente. A tale proposito vale la pena evidenziare che, da una prima valutazione dei dati della letteratura internazionale, è emerso che la sopravvivenza di pazienti adeguatamente trattati con diagnosi di carcinoma mucinoso del retto con carcinosi peritoneale ( diffusione metastatica a livello degli organi endoaddominali ), quale quello si sostiene non sia stato individuato nella paziente, oscilla tra i 5,2 mesi ed i 12,6 mesi dall'effettuazione della diagnosi. Nella fattispecie la sopravvivenza della paziente ha raggiunto i 40 mesi, e ciò è avvenuto nonostante la diagnosi sia intervenuta in una fase di estremo avanzamento della malattia."

La direzione sanitaria ribadisce infine quanto ci aveva già chiarito ieri, ovvero che al momento del ricovero presso l'AOUP Giaccone, è stato necessario un intervento chirurgico oltremodo demolitivo in ragione della notevole diffusione metastatica della neoplasia.