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La scorta... chi la vuole e chi la rifiuta. Un paradosso tutto siciliano

Per alcuni sono diventate troppe, per altri invece sono una preziosa risorsa e uno scudo irrinunciabile. C'è chi le richiede e spera ogni giorno di averne una o di vederla potenziata, c'è chi invece non la vuole più. C'è chi ne parla come di "angeli custodi" e chi invece non gradisce la presenza.  Parliamo delle scorte.

A puntare nuovamente l'attenzione su questo tema è Sonia Alfano, presidente della Commissione antimafia europea, che dal suo sito internet denuncia una situazione che ha del paradossale.

Di seguito il post integrale che compare sul sito internet.

"Senza scorta da ormai un mese, ma nessuno ne prende atto. Dopo l'ennesimo 'episodio imbarazzante e poco istituzionale', e dopo una prima inascoltata richiesta di revoca del servizio, la Presidente della Commissione Antimafia Europea, Sonia Alfano, ha nuovamente scritto alle autorità competenti per rinunciare al servizio di tutela che le era stato assegnato nel maggio scorso (negli ultimi mesi si trattava di un terzo livello). Da allora non è successo ancora niente, nemmeno una telefonata. 'Fin dalle premesse – spiega Sonia Alfano – quando sono stata in carico alla Questura di Palermo, si sono verificati fatti piuttosto spiacevoli. Sono stata trattata come una scocciatura cui dovevano adempiere. Eppure, nonostante le richieste di revoca più volte inviate agli organi competenti e nonostante non abbia più comunicato i miei spostamenti agli operatori del servizio scorte di Palermo, risulto ancora ufficialmente tutelata dalla Polizia di Stato. E' evidente – aggiunge Sonia Alfano – che per chi dovrebbe garantire la mia sicurezza rappresento un problema, un peso, un fastidio. Poiché, invece, non intendo costituire un fardello per lo Stato, dal 10 settembre ho rinunciato irrevocabilmente alla tutela, pur comprendendo le motivazioni oggettive che avevano portato alla predisposizione delle misure di sicurezza. Continuo ad essere contattata dagli operatori del servizio scorte della Questura di Palermo, che vogliono conoscere i miei spostamenti. Mi tocca allora ribadire, a questo punto pubblicamente, che dallo scorso 10 settembre ho deciso di non avvalermi del servizio di tutela. Preferirei, però, che chi di competenza ne prendesse atto e lo facesse con una comunicazione ufficiale che, ad oggi, non ho mai ricevuto. In questo modo, almeno, si eviterà lo spreco di denaro pubblico'".

Richiesta legittima quella avanzata da Sonia Alfano - come fondate si presume siano le lamentele per arrivare a un gesto tanto eclatante - ma che suona paradossale in un tempo in cui c'è chi, come l'imprenditore bivonese Ignazio Cutrò ha dovuto allontanare la famiglia (come ha raccontato pochi giorni fa a Palermo Report - VEDI VIDEO) o Valeria Grasso l'imprenditrice palermitana, che indicando i suoi aguzzini, esponenti del clan Madonia, ha inferto un durissimo colpo alla cosca e si è vista costretta ad andare all'estero con la famiglia.

Come spiegare loro che c'è invece chi alla scorta preferisce rinunciare?