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La querelle sul concordato preventivo va avanti. Ma la posizione dell’Amia diventa ''bizzarra''

La storia del concordato preventivo, continua ad essere oggetto di scontro tra Commissari Straordinari della Partecipata  e il Comune di Palermo. Ma adesso la posizione dell'Amia, dei Commissari Amia, comincia ad assumere dei contorni poco chiari.

"Solo in data 17 settembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico è stata ufficialmente depositata una proposta di concordato per Amia da parte del liquidatore dott. Quartararo. – si legge in una nota diffusa oggi dall'Amia – L'oggettivo ritardo con cui è stato compiuto tale adempimento fa cadere, quindi, tutte le esternazioni e le illazioni ingiustamente espresse dal Sindaco di Palermo sull'operato dei Commissari. Soltanto la professionalità ed il senso di responsabilità dei medesimi hanno assicurato linearità e correttezza alle procedure in corso".

Ma c'è un punto che non è chiaro. Il concordato, inviato al Ministero tre giorni fa, doveva ricevere prima il parere dei Commissari perché come scrive la stessa Amia oggi è un "parere previsto al fine di consentire al Ministero le valutazioni necessarie per autorizzare o meno il deposito della detta proposta presso il Tribunale Fallimentare"

Dunque il Ministero può anche ricevere il concordato preventivo, ma se i Commissari non esprimono il parere, rimane tutto bloccato. E' scritto a chiare lettere.

E sempre l'Amia oggi ha dichiarato che "I Commissari sono già a lavoro per esprimere, al più presto, il previsto parere".

Inteso dunque che questo parere è fondamentale per le valutazioni del Ministero, che l'Amia è pienamente a conoscenza di questo e che il concordato è stato inviato al Ministero senza il parere dei commissari: perché mai non è stato ancora espresso, considerando oltretutto che il liquidatore Quartararao ha presentato la proposta ai commissari Amia già lo scorso 27 agosto?

I Commissari si augurano, si legge nella nota, che venga abbandonata la via delle offese e insinuazioni "che a prescindere dalle conseguenze penali, non giovano all'azienda e ai dipendenti –e che si instauri, piuttosto, un clima di serenità, nel rispetto reciproco dei ruoli diversi".

Fin ora abbiamo sempre raccontato i fatti, dando spazio al Comune e a i Commissari, senza dare colpe o ragioni, ma forse adesso l'Amia dovrebbe rispondere a queste domande ed evitare così che si cominci a pensare che non abbiano voluto, e non potuto, farlo prima.

 

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