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Dal Comune un piano triennale per l'infanzia, ma i centri aggregativi sono in forse

Apertura di nuovi spazi gioco, interventi per aiutare i bimbi ospedalizzati e le loro famiglie, attività di formazione per quanti operano nel sociale, progetti per favorire l'inserimento dei piccoli immigrati.
Sono alcune delle iniziative che il Comune di Palermo intende mettere in atto con il Piano triennale per l'infanzia e l'adolescenza (legge 285/1997), presentato oggi alla stampa dall'assessore alle Attività sociali Agnese Ciulla. Al suo finaco l'assessore alla Scuola, Barbara Evola, e i rappresentanti del gruppo tecnico interistituzionale di coordinamento che hanno materialmente costribuito alla redazione del Piano.

Si tratta di 27 interventi complessivi divisi in 4 aree tematiche: servizi a sostegno della prima infanzia; attività di rafforzamento del sistema di tutela del minore e della famiglia; attività socio/educative/ricreative; interventi sociosanitari. Ventisette idee per una spesa complessiva di 4.506. 491 l'anno, coperti dalla legge 285/97.  "I fondi – precisano i tecnici – sono statali. Sono somme che transitano dal bilancio comunale ma sono svincolate. Vengono garantite per due anni, poi viene fatta una verifica e se tutto procede come dovrebbe allora c'è un altro stanziamento".

Il Piano presentato oggi nasce dalla rimodulazione delle esperienze precedenti e vede la coesistenza di interventi già attuati in passato, di altri approvati ma mai partiti e di idee nuove.
Viene confermata, ad esempio, la volontà di creare degli spazi gioco nei territori divisi per fasce d'età, così come si proseguirà con le attività di mediazione familiare e di educazione domiciliare. A differenza del passato, l'amministrazione punta anche sulle "madri di giorno", sulla creazione di biblioteche e centri culturali per bimbi e ragazzi; sulle iniziative per il contrasto alla violenza di genere. Verrà ripensata anche la formazione "per garantire – ha sottolineato l'assessore Ciulla – una crescita delle competenze degli operatori".

Secondo l'assessore: "l'obiettivo è quello di avviare una programmazione seria, che consenta interventi continuativi senza dipendere dal singolo progetto che, come suo iter naturale, sopo un certo tempo scade. Stiamo anche cercando di recuperare progetti del passato che riteniamo ancora validi ma che, pur essendo stati approvati, non sono mai partiti per problemi di carattere procedurale o burocratico".

"Vogliamo che le iniziative – ha aggiunto Barbara Evola - siano condivise dalla città e dagli operatori di settore, per questo chiediamo la collaborazione di tutti. Allo stesso tempo promuoviamo un approccio diverso rispetto al passato. Dobbiamo verificare quali sono i bisogno del territorio e, in base a questi, modulare i progetti. Non viceversa".

Tra difficoltà di bilancio e buone intenzioni, resta però un nodo scoperto: quello dei centri aggregativi. La proroga delle attività scade il 31 dicembre prossimo e non sono ancora stati pubblicati i nuovi bandi.

"Sappiamo di essere in ritardo con i tempi – ha precisato Ciulla – ma ci stiamo lavorando. Prevediamo di creare un unico bando con 24 lotti, dove ogni lotto rappresenta un centro aggregativo. Ce ne saranno tre per circoscrizione e chiederemo agli enti di presentare progetti migliorativi rispetto alle esigenze specifiche del territorio. La città ha necessità diverse di zona in zona e le iniziative devono essere mirate. Ogni ente potrà partecipare, da solo o in rete, per un massimo di tre lotti. Vogliamo promuovere le sinergie e velocizzare i tempi dell'istruttoria".

Proprio i tempi restano però una nota dolente: se la proroga scade a fine anno e si deve ancora creare il bando, pubblicizzarlo e selezionare i candidati, l'amministrazione dovrebbe infatti pubblicare i bandi in pochi giorni per riuscire a garantire la continuità dei servizi e non provocare disagi a quanti si appoggiano a queste strutture.